CATANZARO Con una piccola cerimonia nella sala giunta del palazzo della Regione a Catanzaro, il maestro orafo Gerardo Sacco ha donato alla Regione una delle sue più belle opere d’arte. Si tratta della “Fruttiera della Calabria”, realizzata in argento placcato in oro 24kt, e bronzo. «Il titolo è “Ti racconto la Calabria” perché – ha spiegato Sacco – vi sono rappresentati elementi caratteristici della regione: peperoncini, bergamotti, limoni, arance clementine, cedri e olive. Incastonate tra i frutti della terra, lastre cesellate ricche di riferimenti simbolici rappresentano la Calabria con le sue 5 province. Crotone con 3 colonne, riproduzione dell’unica superstite del tempio di Hera sul promontorio Lacinio; esse rappresentano anche Pitagora, Milone e Alcmeone. Cosenza con San Francesco di Paola, il Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore, Codex Purpureus Rossanensis e il pino loricato della Sila. Catanzaro con Roccelletta di Borgia, il ponte della città e la riproduzione della moneta coniata a Catanzaro in occasione del lungo, vano assedio posto dalle truppe francesi nel 1528. Vibo Valentia con il santuario di Santa Maria dell’Isola e la famosa Cipolla rossa di Tropea, la ‘Nduja di Spilinga e l’Hipponion antica moneta ellenica. Reggio Calabria con i due celeberrimi Bronzi di Riace che fungono da supporto alla coppa».
Sacco ha spiegato che si tratta di «una sintesi estetica dei tratti più emblematici della nostra terra, in cui è raffigurato l’emblema della Regione Calabria: nella parte superiore cesellato a basso rilievo e in quella inferiore inciso e decorato a smalto. L’emblema si riflette nella base d’argento a specchio, sulla quale è lievemente incisa a mano, la lirica sulla Calabria di Leonida Repaci scrittore, saggista, poeta, drammaturgo, creatore del Premio Viareggio: “Quando fu il giorno della Calabria”, la sua personale dichiarazione d’amore per la propria terra». La cerimonia è stata presieduta dal governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, che a sua vota ha donato al maestro Sacco una targa anche in omaggio al compleanno dello stesso Sacco (il maestro compie 82 anni, ndr), che cade oggi.
«È un’opera bellissima, è un dono preziosissimo e di grande valore che – ha detto Occhiuto – il maestro Sacco fa ai calabresi. Decideremo dove tenerla, ma vorrei che fosse il simbolo delle eccellenze calabresi, così come lo è il maestro Sacco. È il nostro modo di tributare la riconoscenza della Regione per il lavoro che ha svolto nella sua vita, dimostrando che anche la Calabria può avere autentiche eccellenze che si segnalano sul piano internazionale. Sono particolarmente contento – ha proseguito il presidente della Regione – che questa circostanza coincida con il compleanno del maestro Sacco, al quale facciamo gli auguri, e mi spiace perché noi ripagheremo questo dono prezioso solo con una torta che abbiamo preparato. Ma davvero il maestro Sacco può essere un testimone della buona Calabria fuori dalla Calabria, mentre abbiamo necessità di raccontare una Calabria che non ha solo problemi: i problemi ci sono, chi governa la Calabria deve affrontarli e risolverli, ma deve avere anche la capacità di raccontare al resto del Paese che la Calabria è una terra ricca di opportunità, nella quale un uomo della Calabria come Sacco può cominciare a lavorare in un piccolo laboratorio orafo e creare poi opere che si segnalano per qualità, creatività e arte in tutto il mondo».
Sacco ha poi di nuovo evidenziato: «Il mio non è un dono ma è il pagamento di un debito verso la mia regione, dalla quale ricevo tanto. Ai ragazzi delle scuole che incontro spesso e che mi dicono di non avere santi in Paradiso e di non riuscire a emergere dico sempre di insistere come ho fatto io, che non potevo studiare, e tuffandomi nel mio territorio, perché il buon Dio ha donato tanto alla Calabria, sul piano delle ricchezze materiali e anche immateriali. E alla fine quello che poteva essere un handicap per me si è rivelato un motivo di successo. Qualche critico disattento dice che Sacco copia i gioielli antichi, io non copio, ma estrapolo dai gioielli antichi l’essenza, ed è quello che facciamo in questa bellissima terra. Per questo dico che il mio non è un dono ma è il pagamento di un debito verso la mia regione, e ai ragazzi dico che abbiamo un patrimonio che nemmeno immaginiamo, solo che dobbiamo trovare la pepita giusta». Alla cerimonia di scopertura dell’opera ha partecipato anche la vicepresidente della Regione, Giusi Princi.
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