RENDE «Oggi ricorre il 104° anniversario della nascita di Cecchino Principe in un periodo molto complicato. Lo voglio ricordare – scrive in una nota Clelio Gelsomino, presidente della federazione Riformista di Rende – raccontando quello che Cecchino disse a Pietro Nenni quando questi annunciò che il primo ministro ungherese, Imre Nagy, che si era opposto all’invasione sovietica del 1956, era stato giustiziato. “Sono rimasto scosso – gli disse – quando ho saputo e visto attraverso la televisione, quei ragazzi morti per le strade di Budapest in nome della libertà. Non possiamo tacere di fronte a quei morti, come non possiamo tacere di fronte alle tante persone che sono ancora in galera colpevoli soltanto di voler manifestare il loro pensiero”. Lo voglio ricordare in questo modo pensando alla tragedia che sta vivendo l’Ucraina e alle sterili divisioni che avvengono in Italia, non in nome della libertà e dei diritti di un popolo, ma in nome di piccoli tornaconti elettorali. Cecchino è stato un socialista che ha cercato di cambiare la vita dei suoi concittadini rafforzando la libertà e la giustizia sociale di ciascuna persona. Ha usato il Comune come strumento per raggiungere questi obiettivi e perseguire libertà e giustizia sociale. Non si è mai limitato al suo piccolo orticello. Le sue parole sulla tragica vicenda ungherese sono di grande attualità e rappresentano un insegnamento per tutti noi. Chissà oggi cosa avrebbe pensato delle piccole cose che accadono nella sua Rende a destra come a sinistra, dove il trasformismo è una pratica comune e dove nascono associazioni politiche al solo scopo di raggiungere o mantenere il potere. Noi socialisti e riformisti vogliamo ispirarci a lui e cercare di interpretare e praticare la sua visione, appunto, riformista nella gestione del Comune, capace di esaltare i ceti popolari. Vogliamo elaborare, come fece lui, strategie e realizzare opere con passione civile e con coraggio.»
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