CATANZARO Il sostituto procuratore di Catanzaro, Debora Rizza, ha invocato 15 condanne, dai 20 agli 8 anni di reclusione, nell’ambito del procedimento “Molo 13” incentrata su un grosso traffico di cocaina intrapreso, secondo l’accusa, tra il clan Gallace di Guardavalle e i gruppi criminali del Sud America. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso.
Il pm Rizza ha invocato condanne pesanti nei confronti di:
Agazio Andreacchio, 11 anni di reclusione;
Giuseppe Bava, 11 anni di reclusione;
Nicola Chiefari, 20 anni;
Emanuele Fonti, 14 anni;
Bruno Gallace, 18 anni;
Nicola Guido, 12 anni;
Mario Palamara, 8 anni;
Benito Andrea Riitano, 14 anni;
Francesco Riitano, 20 anni;
Paolo Riitano, 15 anni;
Andrea Samà, 11 anni;
Gianluca Tassone, 8 anni;
Francesco Taverniti, 15 anni;
Domenico Vitale, 15 anni;
Giuseppe Vitale, 18 anni.
Dalle indagini è emerso che l’organizzazione si avvaleva di un software denominato Pgp che consentiva alle organizzazioni criminali di comunicare senza essere intercettati, senza che nessuno si potesse inserire tra chiamante e chiamato. Gli inquirenti avevano identificato sul territorio di Guardavalle tutta una serie di smartphone dedicati a comunicare col server in Costarica. Questo server, assolutamente clandestino, conservava milioni di dati utilizzati da organizzazioni criminali che gestivano attività illecite. La prossima udienza per la discussione delle difese è stata fissata per l’8 giugno. Nel collegio difensivo gli avvocati Vincenzo Cicino, Sergio Rotundo, Salvatore Staiano, Domenico Concolino, Mauro Ruga, Guido Contestabile, Pamela Tassone.
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