ROMA La Corte di Cassazione ha impresso un sigillo definitivo alle condanne inflitte nell’ambito dell’operazione “Hermes” contro la consorteria Barilari-Foschini e il loro controllo sulla città di Crotone. Le contestazioni redatte dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio, riguardano i reati di associazione mafiosa dedita alle estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori, detenzione di armi e droga. Dall’indagine è emerso che non c’era attività commerciale a Crotone che non fosse soggiogata dalla cosca: dai bar alle pasticcerie, dai ristoranti alle tabaccherie, dagli alberghi ai negozi per bambini, tutti dovevano pagare il pizzo. Anche dieci euro al giorno, anche una fornitura di sigarette.
Era però durante la tradizionale festa della Madonna di Capocolonna che la cosca esercitava il suo potere imponendo ai gestori degli stand dei panini di acquistare, a prezzi maggiori, prodotti come panini e carne. Al vertice dell’organizzazione due nuclei familiari crotonesi, quelli dei Barilari e dei Foschini.
La Suprema Corte ha rigettato i ricorsi proposti dagli imputati e ha confermato le 12 condanne comminate in appello: Annibale Barilari , 10 anni e 10 mesi di reclusione; Remus Alin Bragaru, 4 anni; Antonio Foschini,10 anni e 4 mesi; Domenico Foschini, 6 anni e 4 mesi; Vittorio Foschini, 7 anni e 4 mesi; George Gheanca, 4 anni e 8 mesi; Francesco Liguori, 7 anni e 8 mesi; Antonio Maiolo, 8 anni e 2 mesi; Salvatore Murano, 7 anni e 6 mesi; Andrea Villirillo, 7 anni e 6 mesi; Romolo Villirillo, 1 anno e 10 mesi; Massimo Zurlo, 6 anni e 11 mesi. (redazione@corrierecal.it)
x
x