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il broker della droga

Dagli affari a Milano al narcotraffico in Sud America: la vita da superlatitante di Rocco Morabito

La bella vita al Nord tra modelle e ristoranti di lusso del boss che ora dovrà scontare una lunga pena detentiva

Pubblicato il: 26/05/2022 – 7:29
Dagli affari a Milano al narcotraffico in Sud America: la vita da superlatitante di Rocco Morabito

REGGIO CALABRIA Sarà estradato in Italia il il superlatitante Rocco Morabito, considerato uno dei più importanti trafficanti internazionali di droga al mondo ed esponente di spicco della ‘ndrangheta di Africo. Lo ha stabilito la prima sezione della Corte suprema federale del Brasile, che ha accolto la richiesta di autorizzazione all’estradizione fatta dal Ministro della Giustizia italiano e basata su un mandato di cattura emesso dalla Procura generale di Reggio Calabria, responsabile dell’esecuzione delle condanne comminate al narcotrafficante. La decisione della Corte suprema federale è stata resa nota dall’Agencia Brasil, l’agenzia di stampa pubblica nazionale gestita dal Governo brasiliano. Nel marzo scorso lo stesso massimo organo giudiziario brasiliano aveva già concesso l’approvazione all’estradizione e adesso ha ribadito la sua decisione, respingendo il ricorso presentato dai difensori di Morabito, che avevano sostenuto l’illegittimità delle procedure seguite per riportare in Italia il narcotrafficante. I giudici hanno votato all’unanimità il rigetto dell’istanza dei legali di Morabito e sancito, così, la conclusione del processo di estradizione. Sarà il Governo federale a consegnare Morabito all’autorità giudiziaria italiana. Consegna che diventerà esecutiva dopo che il Presidente della Repubblica federale del Brasile, Jair Bolsonaro, emetterà il decreto necessario per completare la procedura di estradizione. 

Affari e bella vita a Milano

Originario di Africo, in provincia di Reggio Calabria, Morabito era nell’elenco dei latitanti più ricercati in Italia, secondo solo a Matteo Messina Denaro. Come tanti altri giovani malavitosi calabresi, anche per lui è Milano la prima città su cui puntare per allargare amicizie e consolidare alleanze, irrobustire gli “affari”. Cugino del boss Giuseppe Morabito detto il “Tiraddritto”, capo storico dell’omonima cosca, Morabito cresce di livello criminale alla corte di uno zio, Domenico Antonio Mollica, uno dei protagonisti della cruenta faida di Motticella scaturita per i contrasti derivati dalla spartizione del provento di un sequestro di persona, negli anni ’80. A Milano, il giovane Rocco non fa solo bella vita – è frequentatore assiduo del ristorante Nepentha, sempre accompagnato da belle ragazze e modelle – ma viene anche sorpreso dagli inquirenti in incontri con emissari dei vari cartelli colombiani dediti al traffico di cocaina. I soldi crescono in maniera esponenziale e il giovane narcos costruisce una villa a Casarile, tra le province di Milano e Pavia, e ne acquista un’altra ad Africo. 

Latitanza in Sud America e cattura

Nel 1994 Rocco Morabito subisce una prima condanna a 30 anni di reclusione nel processo scaturito dall’operazione “Fortaleza”, la città brasiliana che era diventata la “filiale” in Sud America per i suoi traffici. Evita la cattura e, probabilmente, riesce a raggiungere il Brasile e rifugiarsi, trascorrendo una latitanza dorata tra Montevideo, Uruguay, e Punta del Este, distanti poco meno di due ore di macchina. Dopo quasi ventiquattro di latitanza, sebbene costantemente ricercato dai carabinieri, Morabito viene individuato e arrestato a Montevideo il 4 settembre del 2017, quando decide di iscrivere la figlia a scuola usando il vero cognome. Due anni dopo, il Tribunale uruguayano ne autorizza l’estradizione in Italia, ma il latitante evade dal carcere con altri complici in maniera mai chiarita, riuscendo a spostarsi nel confinante Brasile. Una fuga, la sua, che per i carabinieri del Ros diventa una “sfida”, fino a che non riescono di nuovo ad arrestarlo a San Paolo con una operazione congiunta con Interpol, polizia brasiliana, Dea e Fbi. Finisce così, dopo oltre ventitré anni, la latitanza di Rocco Morabito. Al suo rientro in Italia, dovrà iniziare a scontare una lunga pena detentiva, frutto di numerose condanne per associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti. 

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