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Il ponte, il contrasto alle mafie e la discontinuità. Il confronto a tre su Villa San Giovanni

Ospiti di “20.20” i candidati sindaco. Caminiti: «Qui macerie sociali». Santoro: «Attrarre gli indecisi». Bueti: «Passate gestioni disastrose»

Pubblicato il: 26/05/2022 – 13:21
Il ponte, il contrasto alle mafie e la discontinuità. Il confronto a tre su Villa San Giovanni

LAMEZIA TERME La contesa elettorale a Villa San Giovanni sembra una partita aperta. Territorio strategico per il sud Italia, affacciato sullo Stretto, sarà interessato nei prossimi anni da tutta una serie di grandi opere: l’hub ferroviario e (forse) il Ponte, oltre a tutta una serie di infrastrutture compensative. Anche di questo si è parlato nel corso dell’ultima puntata del talk de L’altro Corriere Tv, “20.20” andato in onda ieri sera sul canale 75.
Ospiti di Ugo Floro i tre candidati sindaco: la giornalista e avvocato Giusy Caminiti, il commercialista Marco Santoro e il marittimo Demetrio Bueti.
«Nasciamo – esordisce Caminiti – come una piattaforma prettamente civica, intendimento che manterremo anche dopo le elezioni».
Tendente al centrodestra è la compagine che sostiene Santoro. «Il nostro è un centrodestra di prospettiva, formato da un mix di persone che hanno dato il massimo nell’attività amministrativa e persone nuove».
«È il momento di fare spazio ai giovani – dice Bueti – e finirla con la vecchia politica. La nostra è una lista composta da ragazzi volenterosi».
«Noi ci rivolgiamo a tutti – aggiunge Caminiti – in netta discontinuità con quel passato amministrativo che porta il peso di un disastro, del dissesto amministrativo e di due commissioni d’accesso. Noi ci proporremo anche a quel mondo di centrosinistra, ed a tutto tondo a quel mondo villese che ha fatto opposizione anche extraconsiliare».
«Qualche corto circuito – sottolinea Santoro – in passato c’è stato e le verifiche dello Stato sono state superate. Questa nuova compagine si è formata anche per attrarre gli indecisi, i delusi che vogliono qualcosa di diverso. Sono stato candidato perché facessi da trait d’union tra forze politiche».
«Noi parliamo con tutti – prosegue Bueti – con la gente dei rioni abbandonati, ed a Villa tutti i rioni lo sono, e vogliamo governare per vigilare, per poter controllare quanto è accaduto anche in termini economici e di dissesto. Non sarà facile, perché bisognerà saper fare cassa».

I programmi

La lista a sostegno di Giusy Caminiti punta «tutto su tre parole chiave: legalità, trasparenza, partecipazione che devono condurre ad un obiettivo primario, il cittadino e i suoi diritti al centro dell’azione politico-amministrativa. Quindi ripartire dall’ordinario che non c’è da troppo tempo in una città ridotta in macerie dal punto di vista sociale, culturale, economico, anche perché le amministrazioni passate sono state fagocitate dalle emergenze. E poi Villa dovrà tornare a sedersi ai tavoli che contano e a quelli della città metropolitana come non è accaduto, per esempio, per l’hub ferroviario».
«Dovrà essere fondamentale al ricostruzione della credibilità delle istituzioni – evidenzia Marco Santoro –. Villa deve sedere a quei tavoli, la Regione ci sta già tutelando con i fondi che giungeranno sul territorio, 80 milioni destinati all’hub ferroviario, al porto, all’interporto. Noi saremo lì a seguire queste opere, a confrontarci. L’obiettivo è normalizzare quei punti di riferimento sovracomunali che siano garanzia alla nostra città».
«Abbiamo il dovere ed il diritto – dice Bueti – di sedere insieme agli altri perché in questi anni è come se non fossimo esistiti per responsabilità delle passate amministrazioni. Non permetteremo che la nostra integrità territoriale sia calpestata. Il governo della città dovrà dire la sua nelle decisioni che la coinvolgono. Saremo molto attenti all’inquinamento ed ai fattori ambientali perché ogni anno transitano a Villa quattro milioni di mezzi gommati».

Ponte sì, ponte no?

«Non abbiamo una posizione ideologica netta sul ponte proprio perché rappresentavi di un mondo variegato. La nostra è una posizione di tutela del territorio – specifica Caminiti – e con noi non saranno mai realizzati ecomostri come quello della variante di Cannitello. Villa San Giovanni ha bisogno di altri strumenti urbanistici non condizionati da un’opera che ancora non c’è».
«Sono favorevole al ponte – precisa Santoro perché i territori beneficiano delle grandi opere. L’Europa lo sta pretendendo ed io sono convinto che sarà realizzato dal prossimo governo. Noi siamo pronti, Villa ha bisogno di quelle opere compensative, della riqualificazione della costa, dei servizi essenziali, della metropolitana di superficie, del centro direzionale».
Bueti, ancora, è convinto che «i villesi non vogliano il ponte. Ed è su questi elementi che introdurremo la nuova politica di cui parliamo. Il cittadino deve poter dire la sua nelle decisioni che contano. Per noi questa struttura non è prioritaria, ci sono altri problemi da affrontare come il rifacimento delle reti idriche e fognarie, il verde: cose essenziali che ci permettono di vivere in un posto più accogliente».

Legalità e contrasto alla criminalità

Per Caminiti la legalità «non è un’enunciazione di principio ma una regola. I voti della ‘ndrangheta – dice chiaramente – non li vogliamo perché nessuno debba pensare di poter venire a riscuotere. Villa è stata al centro di guerre di mafia e di grandi interessi economici. Palazzo San Giovanni deve essere di vetro, la trasparenza è la linea guida resa forte dalla credibilità di diciassette persone che passa dall’impegno di una vita. Noi siamo impermeabili a quel mondo e lo abbiamo dimostrato con i fatti».
«Siamo per la trasparenza amministrativa – sottolinea Santoro – per la correttezza e per allontanare le difficoltà che possono incidere sul territorio. Il protocollo d’intesa siglato per la variante di Cannitello è stato una buona pratica dell’amministrazione comunale in cui ero assessore. Non mi spaventa la gestione delle risorse che arriveranno, nonostante la criminalità sia attratta da queste opportunità. A noi interessa che quei fondi siano utilizzati e quelle opere portate a conclusione».
«Con noi – conclude Bueti – ci sono pezzi di forze dell’ordine che hanno combattuto la mafia. E siamo pronti a denunciare chiunque al minimo errore. Saremo sempre attenti, anche se dai banchi dell’opposizione. E staremo col fiato sul collo di tutti, con l’obiettivo di salvaguardare il bene comune». (redazione@corrierecal.it)

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