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Processo Bergamini, chiesta l’escussione dell’ex pm Ottavio Abbate

Nuova udienza in Corte d’Assise a Cosenza del processo sulla morte del calciatore. Unica imputata, l’ex fidanzata Isabella Internò

Pubblicato il: 26/05/2022 – 15:04
Processo Bergamini, chiesta l’escussione dell’ex pm Ottavio Abbate

COSENZA Nuova udienza in Corte d’Assise a Cosenza del processo sulla morte di Denis Bergamini. Unica imputata nel procedimento l’ex fidanzata, Isabella Internò.

L’escussione dei testi

Assente il pm Primicerio, a condurre l’esame degli odierni testimoni è il procuratore di Castrovillari D’Alessio. Il primo ad essere escusso è Michele De Marco, in servizio alla guardia medica e accorso sul luogo dell’incidente per constatare il decesso di Denis Bergamini. E’ stato lui ad effettuare la prima ispezione cadaverica e nel referto redatto cita come circostanza del decesso “morte sopraggiunta per sfondamento toracico”. A chi gli chiede conto sul metodo con cui è stata condotta l’analisi sul corpo senza vita del calciatore, il teste precisa di non aver toccato il cadavere e di non averne mutato la posizione, ma di essersi limitato a toccare «la carotide per constatare il battito» per poi effettuare «il controllo delle pupille». Tocca ad Antonio Raimondi, medico del pronto soccorso, rispondere alle domande di accusa e difesa. Chiamato in obitorio la mattina successiva la morte di Denis, ricorda poco o nulla. «Bergamini era ancora vestito ed aveva una profonda depressione nella zona pelvica».
Sarebbe presente anche un verbale di incarico per l’effettuazione dell’esame autoptico che lo stesso Raimondi avrebbe eseguito e dove emergerebbe «la presenza di un arresto cardiorespiratorio e lo sfondamento dell’addome e della zona pelvica», anche se lo stesso sollecitato dalle domande del procuratore ribadisce di non aver mai eseguito l’esame. Il terzo testimone a giungere in aula è Nicola Carbone, maresciallo capo dei carabinieri della stazione di Trebisacce. Il militare si trovava con il pm di turno dell’epoca, Ottavio Abbate all’obitorio. Secondo il racconto del testimone, Abbate avrebbe firmato due verbali: uno per «il riconoscimento della salma e poi quello di conferimento dell’incarico di ispezione cadaverica». Carbone però dice di non ricordare chi abbia effettuato l’ispezione, se un anatomopatologo proveniente da Bari o il dottore Raimondi, nel verbale redatto il conferimento era stato assegnato a quest’ultimo. Sul punto si sofferma l’analisi dell’accusa che solleva e sottolinea l’incongruenza rispetto alla presenza nel documento del nominativo del dottore Raimondi che tuttavia ha negato nel corso della sua deposizione di aver effettuato qualsivoglia ispezione. Per fare chiarezza, viene convocato in aula l’ex procuratore di Castrovillari Ottavio Abbate. (f.b.)

Il commento dell’avvocato Anselmo

«Come avevo previsto l’udienza di oggi si sta rivelando clamorosamente significativa. I fatti sono del 18 e 19 novembre 1989, Denis è stato appena ucciso. Il dottore De Marco viene chiamato sul posto dai Carabinieri per certificarne la morte. Il corpo è vestito, prono sull’asfalto ma lui vede un inesistente sfondamento toracico. Oggi si giustifica dicendo che in quei momenti era giovane ed inesperto e quindi molto teso. Poi è il turno del dottor Raimondi dirigente del pronto soccorso dell’ospedale di Trebisacce ove il giorno successivo verrà fatta l’ispezione del cadavere disposta dall’autorità giudiziaria. Nella Camera mortuaria ci sono lui, il maresciallo Carbone ed il Procuratore della Repubblica Ottavio Abbate. Il verbale descrive un’accurata osservazione del corpo con verifica di ipostasi tramite digitopressione, rigidità muscolare politraumatismi alle ossa in varie parti del corpo. Il tutto sarebbe stato scritto sotto dettatura del dottor Raimondi che, però, ha negato decisamente di averlo fatto e di aver ricevuto un incarico in tal senso. Il maresciallo Carbone lo smentisce affermando di essere stato presente per tutto l’incombente. Ma tutti e due i testimoni non concordi su un fatto: quell’ispezione si è tradotta in realtà in una fugace osservazione del corpo vestito a due metri di distanza. Le operazioni quindi descritte non sono mai avvenute, in realtà. Tra pochi minuti sentiremo la versione dell’ex procuratore capo di Castrovillari. La Corte ne ha disposto l’immediata citazione per oggi stesso anche eventualmente con il ricorso all’accompagnamento coattivo. Donata Bergamini che mi dici? Ci stiamo avvicinando alla verità?». Questo il commento dell’avvocato di parte civile Fabio Anselmo.

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