CORIGLIANO ROSSANO Quando i costi superano i ricavi i comparti come la pesca scendono in piazza. Ed è quanto sta accadendo a Corigliano Rossano in questi giorni, con la flotta peschereccia di Schiavonea, tra le più importanti del Mediterraneo, in continuo sit-in al porto. Con loro anche pezzi di istituzioni come il sindaco Flavio Stasi.
«Stiamo portando avanti una vertenza di carattere nazionale – dice Ignazio Gentile, presidente delle due cooperative di riferimento della categoria pescatori, Sibari Pesca e La Bussola – anche perché dall’inizio della guerra il costo del gasolio è più che duplicato, passando da 50 centesimi a 1,15 euro. Ciò significa che i costi di un’imbarcazione superano i ricavi derivanti dal pescato. La nostra marineria conta 40 grandi imbarcazioni e 120 imbarcati, in rappresentanza di 120 famiglie. Tutto questo penalizza un’attività come la pesca, che porta sulle nostre tavole un alimento primario».
«Chiediamo interventi e misure urgenti allo Stato, di sostegno ai marittimi imbacati, altrimenti li perderemo nel giro di pochi giorni perché non possono permettersi il lusso di rimanere senza stipendi. Ma anche la Regione si impegni ad erogare i ristori, in quanto noi siamo un settore produttivo».
Il rappresentante dei pescatori di Schiavonea sottolinea poi, come quella attuale sia «una crisi mai vista ed ecco perché dobbiamo far comprendere al Ministero quali sono i veri problemi e le vere esigenze. Serve un decreto sostegni immediato per il carburante o saremo costretti a lasciare le licenze in capitaneria di porto. Attendiamo risposte anche dalla Regione poiché le competenze dello Stato in materia di pesca sono state demandate alle regioni».
«Non è la prima volta che le marinerie italiane – aggiunge il sindaco di Corigliano Rossano, presente al sit-in – quindi pure quella di Schiavonea, si organizzano in proteste di questo tipo. La situazione è sempre più insostenibile anche a causa del caro-gasolio, conseguenza del conflitto in atto. Noi amministrazioni locali siamo al fianco delle marinerie e credo che sia giunto il momento che dal governo giungano segnali concreti, un intervento di auto per il carburante, perché senza gasolio non c’è possibilità che le imbarcazioni escano in mare. E se la nostra marineria non va per mare viene meno un intero settore produttivo, una tradizione, un pezzo di economia nazionale». (lu.la.)
x
x