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«Il viaggio di Celine la sua dannazione»

Per capire la grandezza di Louis Ferdinand Celine basterebbe la lunga citazione che Jean Paul Sartre ne fa, prendendola in prestito da Viaggio al termine della notte, ne La Nausea.Quella citazione…

Pubblicato il: 28/05/2022 – 13:19
di Mario Campanella*
«Il viaggio di Celine la sua dannazione»

Per capire la grandezza di Louis Ferdinand Celine basterebbe la lunga citazione che Jean Paul Sartre ne fa, prendendola in prestito da Viaggio al termine della notte, ne La Nausea.
Quella citazione sull’essere solo “un individuo “, fatta dal padre dell’esistenzialismo, è l’omaggio più importante che rimane a questo scrittore francese ambiguo, misantropo, la cui scrittura coglie l’essenza del lirismo più alto proprio nel capolavoro più celebre. 
Medico, amico dei poveri, accusato di antisemitismo (e questa è la macchia che rimane sul suo capo) Celine è stato il profeta della terza via letteraria. 
Anticomunista (ma amato da Sartre) e anti capitalista, considerava questi due mondi come la frontalità uguale del materialismo. Il nemico comune da abbattere. 
La sua solitudine senza soluzione e il cinismo con cui disprezza l’affermarsi di una doppia corrente di materialismo accompagnano le gesta di Monsieur Bardamu, il principale protagonista del Voyage
Il romanzo, dedicato ad Elizabeth Craig per la quale perse la testa, scorre nelle plurime avventure sessuali di Bardamu, che diventa un incredibile contraltare del nichilista protagonista sartriano, alle prese con una lunga lotta intimistica con l’Autodidatta. 
Citato da Vonnegutt, definito geniale da Bukowski, Celine rimane ancora oggi un caso editoriale profondo. 
È la sua complessità di pensiero che affascina, mentre prevalgono sentimenti contrastanti sull’uomo, la cui natura politica lascia poco spazio all’immaginazione . 
È possibile amare le Voyage senza amare Celine? 
Forse sì, è quasi indispensabile, per sganciare il contenuto dal significante. 
Autocentrico e rassegnato, perennemente incline a un realismo di impotenza dinanzi al dilagare del consumismo, Celine è ancora oggi candidato a essere riscoperto, amato al  di là della sua peregrinazione mentale. 
Venerato come Mishima e sdoganato anche dalla sinistra, Celine è l’emblema della contraddizione umana, sospesa tra la veridicità del suo genio e la consapevolezza dei suoi eccessi. Un punto fermo insostituibile per chi vuole, attraverso la scrittura, riscoprire l’autenticità.

*giornalista

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