REGGIO CALABRIA La Procura di Reggio Calabria ha emesso un decreto di fermo nei confronti di due soggetti accusati di associazione a delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tutti reati transnazionali stando alle indagini condotte dalla Squadra mobile reggina, diretta da Alfonso Iadevaia, con il coordinamento del procuratore Giovanni Bombardieri e del sostituto della Dda Sara Amerio.
Il provvedimento ha riguardato il russo Dmitrii Oblagin detto “Dima”, di 35 anni, e il turkmeno Gadam Dovletgeldiyev, di 27 anni. Entrambi, secondo gli investigatori, sono stati gli scafisti della barca a vela partita dalla Turchia e arrivata a Roccella Ionica il 23 agosto 2021 con a bordo 98 persone tra iraniani, iracheni e siriani. Al momento dello sbarco, i due indagati si erano confusi con i profughi.
Trascorsi 20 giorni su una nave quarantena attraccata al porto di Catania, Oblagin e Dovletgeldiyev si sono allontanati e si sono recati a Lucera, in provincia di Foggia, dove hanno lavorato per un breve periodo in un b&b in attesa di procurarsi dei documenti falsi. Documenti con i quali, i due hanno tentato di lasciare l’Italia per ricominciare, con altri nomi, a trasportare profughi per conto di un’organizzazione criminale. Arrestati l’8 settembre per questo motivo all’aeroporto di Bari, sono stati scarcerati a febbraio quando l’autorità giudiziaria barese ha disposto nei loro confronti l’obbligo di firma. Nel frattempo, Oblagin e Dovletgeldiyev erano intercettati dalla seconda sezione della squadra mobile che è riuscita a ricostruire i contatti e anche il flusso di soldi che i due fermati ricevevano dall’estero sulle carte di credito in loro possesso. Adesso il provvedimento di fermo dovrà essere convalidato nei prossimi giorni dal gip di Foggia che con ogni probabilità, essendo avvenuto lo sbarco a Roccella Ionica, si dichiarerà incompetente e trasmetterà gli atti a Reggio Calabria.
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