COSENZA Non demorde Rosanna Perri, preside dell’istituto scolastico “Lucrezia della Valle” di Cosenza. L’iniziativa della sua vice, che alcune settimane fa sigillò con dello scotch gli strappi dei pantaloni di una studentessa (qui la notizia), ha suscitato lo sdegno di esperti, politici e studenti, che hanno anche organizzato un “flash mob” davanti all’istituto denunciando il metodo “repressivo” della scuola.
Al Quotidiano del Sud oggi ribadisce la sua posizione e, anzi, rincara la dose: quegli strappi sui pantaloni sono indecorosi e gli studenti dovrebbero andare a scuola in divisa. «Sì – dichiara – la divisa a scuola non mi dispiacerebbe affatto. Io sono per il bon ton, oltre che della generazione dei grembiuli che trovo estremamente democratici perché azzerano le differenze economiche».
Tuttavia, concede, «mi rendo conto che l’idea dell’uniforme tra i banchi debba essere introdotta solo e soltanto qualora partisse spontaneamente dai ragazzi» che, dice, nel suo istituto sono liberi di vestirsi come meglio credono, «ma devono rispettare la regola sul decoro». A denunciare il fatto era stato il Fronte della Gioventù comunista, che aveva poi promosso la manifestazione di protesta. Fra i più critici verso l’iniziativa della scuola il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio per i diritti dei minori.
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