Ultimo aggiornamento alle 23:42
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

la decisione

Rinascita, sull’affaire della ricusazione di due giudici la Cassazione annulla con rinvio

La Corte d’Appello, a giugno 2021, dichiarava inammissibile la richiesta dei legali del boss Mancuso che si sono rivolti alla Suprema Corte

Pubblicato il: 01/06/2022 – 16:25
Rinascita, sull’affaire della ricusazione di due giudici la Cassazione annulla con rinvio

ROMA  La prima sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio ad un nuovo esame della Corte d’Appello di Catanzaro, in diversa composizione, l’ordinanza della stessa Corte d’Appello – Loredana De Franco Presidente, Ippolita Luzzo e Giovanna Gioia a latere – che nel mese di giugno 2021 dichiarava inammissibile la richiesta di ricusazione dei giudici Brigida Cavasino e Gilda Romano proposta dai difensori del boss Luigi Mancuso. Mancuso – difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Paride Scinica – è imputato nel processo “Rinascita-Scott” nel cui collegio giudicante sono presenti Cavasino, quale presidente e Romano.Si torna dunque in appello per discutere della Ricusazione dei due magistrati.

La vicenda

La richiesta di ricusazione era stata formulata a marzo 2021 dai legali di Mancuso adducendo quale motivazione il fatto che i giudici Cavasino e Romano avessero già giudicato, nel processo Nemea, alcuni coimputati di Luigi Mancuso. In questa sentenza, depositata il 5 marzo 2021, riguardante l’esistenza e l’operatività della cosca Soriano, Il Tribunale di Vibo Valentia avrebbe valutato il contesto associativo ‘ndranghetistico comune a tutti i coimputati accusati di associazione mafiosa, esteso all’intero territorio calabrese e in altre parti del territorio nazionale ed estero, retto dalla figura di vertice rappresentata da Luigi Mancuso.
Il collegio della Corte d’Appello a giugno scorso ha deciso de plano, ossia senza fissare camera di consiglio e instaurare il contraddittorio con le parti.E ha dichiarato l’istanza «manifestamente infondata» poiché «i fatti ascritti al Mancuso nell’ambito del nuovo giudizio, sebbene riferibili al medesimo ed ampio contesto associativo ‘ndranghetistico steso all’intero territorio calabrese e “in altre parti del territorio nazionale ed estero”, risultano storicamente diversi e scindibili da quelli ascritti agli originali coimputati già giudicati nel procedimento cosiddetto Nemea, attinente specificatamente all’articolazione di ‘ndrangheta (locale) operante nel territorio di Ionadi e Filandari».
Contro questa decisione hanno fatto ricorso in cassazione gli avvocati Calabrese e Scinica, entrando nel merito della questione.
La Cassazione ha annullato con rinvio e la Corte d’Appello di Catanzaro dovrà ora fissare un nuovo esame, in attesa delle motivazioni che chiariscano le ragioni sottese alla decisione dei giudici. (ale. tru.)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x