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Tendopoli, casolari abbandonati e container. Nella piana restano i ghetti degli invisibili

L’indagine di Medici per i diritti umani sulle condizioni di vita degli stranieri sfruttati in agricoltura racconta la “solita” emergenza

Pubblicato il: 01/06/2022 – 16:21
Tendopoli, casolari abbandonati e container. Nella piana restano i ghetti degli invisibili

ROMA Per il nono anno consecutivo, Medici per i Diritti Umani (Medu) ha operato nella Piana di Gioia Tauro, in Calabria, durante la stagione di raccolta agrumicola, con l’obiettivo di promuovere la tutela della salute e dei diritti fondamentali dei lavoratori stranieri sfruttati in agricoltura. Da dicembre 2021 a marzo 2022 un team multidisciplinare ha operato per mezzo di una clinica mobile, raggiungendo numerosi insediamenti informali, in particolare: la tendopoli di San Ferdinando, i casolari abbandonati nelle campagne di Rizziconi, Drosi e Taurianova e il campo container di Contrada Testa dell’Acqua nel Comune di Rosarno.
Oltre all’assistenza medica di base, il team ha fornito orientamento e supporto socio-legale per favorire la regolarità del soggiorno, promuovere la conoscenza dei diritti sul lavoro e garantire l’accesso alle cure e ai servizi sociali e sanitari. Le difficili condizioni meteorologiche, la crisi del settore agrumicolo, il protrarsi della pandemia da Covid-19, hanno determinato un netto calo delle presenze presso gli insediamenti informali: circa un migliaio a fronte delle oltre 2000 degli anni precedenti.

Le attività: in quattro mesi di intervento 177 persone nella clinica mobile

In quattro mesi di intervento si sono rivolte alla clinica mobile 177 persone con le quali sono stati effettuati 183 consulti medici e 167 consulenze socio-legali. Si tratta nella totalità dei casi di giovani uomini, con un’età media di 33 anni provenienti da diversi Paesi dell’Africa sub-sahariana occidentale.
«Nonostante la regolarità del soggiorno – si legge in una nota di Medici per i diritti umani –, le condizioni di vita e di lavoro restano estremamente precarie: baraccopoli, casolari abbandonati, campi container, con condizioni igienico-sanitarie al limite, in assenza di servizi essenziali e di mezzi di trasporto per raggiungere i centri abitati e i luoghi di lavoro. Il tanto annunciato “superamento dei ghetti” a favore dell’inclusione abitativa non si è in alcun modo tradotto in realtà e, durante l’ultima stagione agrumicola, si sono concretizzati solo alcuni progetti nei Comuni di Rosarno e di Taurianova, lasciando spazio a molti dubbi sulle reali possibilità di realizzazione dei necessari interventi strutturali».

Patologie osteo-articolari e dermatologiche sono le più frequenti

Quanto alle condizioni di lavoro, il 62% delle persone assistite era in possesso di un contratto di lavoro, ma nella totalità dei casi, le clausole contrattuali (retribuzione, orario di lavoro, riposo, sicurezza sul lavoro, ferie, congedo per malattia) non erano rispettate. Inoltre, il 71% dei lavoratori con contratto percepiva una busta paga con massimo 15 giornate di lavoro al mese registrate, a fronte di un impiego effettivo di 5-7 giorni a settimana, in media 8 ore al giorno, con un compenso giornaliero tra i 35 e i 45 euro. In relazione all’integrazione sanitaria, il 43% degli assistiti era in possesso della tessera sanitaria in corso di validità e di questi, non tutti avevano un medico di medicina generale (MMG) assegnato in Calabria o in un’altra regione.
Le patologie riscontrate – per lo più da patologie dell’apparato osteo-articolare (20%), dermatologiche (19%), dell’apparato digerente (13%), dell’apparato respiratorio (11%) – erano nella maggior parte dei casi ascrivibili alle pessime condizioni di vita e di lavoro. Per quanto riguarda le misure di prevenzione e contenimento del Covid-19, se si escludono alcune giornate di campagna vaccinale presso gli insediamenti informali, le autorità sanitarie locali non hanno previsto nessuna attività di outreach e screening per scongiurare l’insorgenza di focolai e nessuno spazio dedicato è stato messo a disposizione per l’eventuale isolamento dei casi positivi. «L’emanazione di importanti provvedimenti normativi come la legge n. 199 del 2016 per il contrasto al caporalato – si legge ancora nella nota –, la predisposizione di Piani istituzionali come il Piano Triennale per il contrasto al caporalato ed allo sfruttamento lavorativo in agricoltura del 2020 e la stipula di Protocolli come il “Protocollo d’intesa per il superamento della marginalità sociale e delle situazioni di degrado dei migranti presenti nella tendopoli di San Ferdinando e delle altre aree della Piana di Gioia Tauro” non hanno ancora avuto un impatto significativo sui fenomeni di sfruttamento e di ghettizzazione. A fronte del quadro descritto e con l’intento di contribuire al contrasto dei fenomeni di sfruttamento e alla promozione della salute, Medu torna a chiedere con urgenza l’adozione di misure concrete, formulando a tal fine alcune raccomandazioni».

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