CORIGLIANO ROSSANO «Al netto di polemiche e smentite scritte nel “dico non dico”, c’è una proposta di legge chiarissima fatta pervenire dalla Regione Calabria (e da altre sette regioni italiane) al Parlamento che indica una strada chiara, legittima e risolutiva per riportare i tribunali in quei territori che sono stati scippati del diritto alla Giustizia a seguito della riforma giudiziaria del 2011. Se il Parlamento e quindi il Governo hanno la volontà di restituire un maltolto ai cittadini della Sibaritide e di Corigliano Rossano hanno una soluzione pronta: prendere in esame quella proposta votata all’unanimità dal Consiglio regionale e che carica alla Regione il costo logistico del restituendo presidio giudiziario e allo Stato quello degli stipendi per magistrati e personale. Sentire oggi parlare di rimodulazione della Riforma con interpretazioni che fanno solo rabbrividire, testimoniando ancora una volta la distanza siderale che c’è tra gli apparati istituzionali e la gente, vuol dire perdersi nel politichese che fino ad oggi, anche nella specifica vertenza dei tribunali soppressi, ha prodotto danni immani nel rapporto di fiducia Stato-cittadini». È quanto dichiara Giuseppe Graziano, Presidente del Gruppo Udc in Consiglio regionale, nonché proponente e primo firmatario della Proposta di legge al Parlamento per le “Modifiche al Decreto Legislativo 7 settembre 2012, n. 155 (Nuova organizzazione dei Tribunali Ordinari e degli Uffici del Pubblico Ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, della Legge 14 settembre 2011, n. 148) e successive modifiche (articolo 121, secondo comma, della Costituzione)” approvata dal Consiglio regionale lo scorso 6 aprile 2022.
«Rimango esterrefatto – prosegue – dalla posizione assunta dal Partito democratico per voce del deputato Alfredo Bazoli in seno alla Commissione parlamentare Giustizia rispetto alla possibilità di riapertura dei tribunali in quei territori come Corigliano-Rossano e la Sibaritide che non solo sono stati scippati del diritto alla Giustizia ma dove risulta ormai indispensabile e non più differibile una presenza forte e autorevole dello Stato. Mi rammarica ancor di più il chiarimento dello stesso Bazoli che non solo non smentisce quanto affermato in seno alla Commissione ma in qualche modo rafforza il suo pensiero. La riapertura di alcuni tribunali non è un prurito politico, sia chiaro. È una necessità di cui deve farsi carico obbligatoriamente la politica. E deve trovare le risorse per farlo. Del resto, come ricordava appena ieri il procuratore Antimafia Gratteri a La7, se il Governo è riuscito a ritagliare dal bilancio ben 28,5 milioni di euro per realizzare nelle carceri le “case dell’amore”, sarebbe opportuno che trovasse i soldi necessari per incrementare e potenziare il sistema Giustizia. A maggior ragione se ci sono strumenti come la proposta di legge al Parlamento inviata da otto regioni, compresa la Calabria, con la quale viene proposta una co-gestione delle spese dei tribunali da riaprire tra gli enti regionali e lo Stato. Cosa si aspetta ad attuarla e, soprattutto, cosa si aspetta a mandare avanti questo iter di legge? A maggior ragione se lo stesso Disegno di Legge di delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione territoriale degli uffici giudiziari oggi incardinato alla Camera dei Deputati, che ha come primo firmatario la deputata del Movimento 5 Stelle Elisa Scutellà (da sempre stata attenta e sensibile alla vicenda) ma che pare trovi importanti resistenze all’interno del Partito Democratico, sembra avere in questo momento un iter più avanzato al Senato. Allora, che si porti avanti nella discussione e nell’approvazione della Commissione giustizia della Camera la proposta di legge normativa delle Regioni. Sarebbe un’azione politica che dimostrerebbe ulteriore interesse alla risoluzione e al compimento di una vertenza epocale per la Sibaritide e Corigliano-Rossano».
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