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L’antico eremo di Soreto, “prove tecniche” di turismo religioso – VIDEO

A Dinami l’idea di don Suppa, un’area per il turismo religioso nel luogo in cui si celebrò il processo per la santità di San Francesco di Paola

Pubblicato il: 02/06/2022 – 16:27
L’antico eremo di Soreto, “prove tecniche” di turismo religioso – VIDEO

DINAMI Per raccontare l’impegno e i progetti di don Antonio Rocco Suppa è necessaria una premessa. Lungo la valle del fiume Marepotamo chi attraversa la strada che porta verso Dinami, nel Vibonese, voltandosi a sinistra, a cinque chilometri circa dal centro abitato, può scorgere ruderi e osservare le ferite del tempo, della storia e dei terremoti, squarci che lasciano tuttavia intuire la grandezza passata. In questi luoghi alla fine del XV secolo sorse un monastero francescano, ciò che oggi è visibile si limita ad accenni di quello che doveva essere un imponente complesso monumentale. Poco conosciuto ed al centro della storia dell’antica città di Soreto, questo luogo ha per la Calabria un significativo valore storico, religioso e culturale perché vi si celebrò – nel dicembre del 1516 – una sezione fondamentale del processo destinato a certificare la santità di Francesco di Paola.

L'antico eremo di Soreto, "prove tecniche" di turismo religioso

In quella sezione processuale, per la prima volta, due testimoni riferiscono di uno dei miracoli più noti del Santo di Paola, l’attraversamento dello Stretto di Messina sul mantello. Prodigio che contribuì ad assegnare a San Francesco il ruolo di protettore della gente di mare. Poco distante, a metà degli anni 90, fu costruito un “nuovo” eremo che  con l’autorizzazione dell’allora Vescovo Tarcisio Cortese e del priore della Certosa di Serra S. Bruno fu affidato ad un padre certosino, da due anni circa la vita eremitica è condotta invece da padre Pino Muller.

L'antico eremo di Soreto, "prove tecniche" di turismo religioso

Qui don Antonio Rocco Suppa perpetua, con non poche difficoltà, il valore dei luoghi consapevole del fatto che sempre più persone sono alla ricerca di viaggi, scoperte ed esperienze che intreccino storia, dimensione ambientale, spiritualità,  richiami a radici antiche. E’ nato così il progetto, sostenuto attraverso un bando dal Gal Terre Vibonesi, di realizzare un’area attrezzata per chi vuole immergersi nel turismo religioso ed ascoltare la voce del silenzio.  Nella visione di don Antonio, declinata con semplicità “evangelica”,  l’area attrezzata è utile certo per i pellegrini abituali ma lo è soprattutto per la riscoperta di luoghi tristemente dimenticati e per chi è alla ricerca di un senso e di una semplicità evangelica. Con un importante carico di storia. 

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