COSENZA «Non so quanto vivrò, ma sono cambiato». Roberto Presta, collaboratore di giustizia e imputato nel processo scaturito dall’inchiesta “Valle dell’Esaro” in corso al Tribunale di Cosenza, ha chiuso con un lungo appello rivolto ai suoi ex sodali, l’ultima udienza tenutasi nel palazzo di giustizia bruzio (leggi qui). Parole accolte con stupore dai presenti in aula, dai legali difensori degli imputati e dagli stessi soggetti coinvolti nel procedimento istruito per verificare l’esistenza di una associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Nella missiva (letta a fatica), Presta ripercorre le tappe precedenti la decisione di pentirsi e si dice fiero di aver dato un futuro diverso ai suoi cari.
La figura di Roberto Presta è chiave nel processo. Storico numero due del presunto gruppo criminale fondato da Franco Presta, è diventato il primo pentito del sodalizio egemone ai piedi del Pollino e della zona jonica del Cosentino. In base alle indagini condotte dalla squadra mobile di Cosenza, sarebbe stato al vertice dell’organizzazione orfana di Franco Presta, recluso al regime di carcere duro. Sulla Valle dell’Esaro, fino ai confini dell’area urbana di Cosenza, avrebbe operato una capillare organizzazione garantendo l’arrivo di ingenti quantità di droga oltre che alla commissione di reati comuni. Ad oggi, però non esiste da un punto di vista processuale un clan Presta. Non è stato riconosciuto. E proprio per questo motivo, le possibili rivelazioni del collaboratore potrebbero diventare arma preziosa dell’accusa.
Nella prossima udienza del processo, calendarizzata a luglio 2022, il pentito riferirà in aula quanto di sua conoscenza. Ovviamente argomento centrale di discussione saranno le accuse mosse nei confronti del presunto sodalizio ma il collaboratore di giustizia potrebbe anche aprire nuovi e clamorosi scenari in merito ad alcuni omicidi del recente passato, non ancora risolti. Su tutti, quello di Vincenzo Chimenti e Salvatore Abate uccisi a Roggiano Gravina, città diventata base operativa dai Presta. Oltre a questi, ci sono altri episodi di sangue su cui lo stesso pentito potrebbe riferire.
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