ROMA «Quando io divento presidente del Consiglio, voglio mettere come ministro della Giustizia una persona slegata dalle correnti. Uno totalmente fuori dal giro della correnti, perché ritengo le correnti il male assoluto della magistratura». Così l’ex premier Matteo Renzi a “Piazza Pulita” inizia la sua rivelazione sulla mancata nomina a ministro della Giustizia del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri. «Io vado al Quirinale – racconta Renzi – e lascio una mail al Presidente con una determinata lista. Ma la lista non è la mia lista ed io non posso controfirmarla, si chiama in questo modo perché andava controfirmata da Napolitano». Incalzato sulla domanda del perché Napolitano non firmò per quel nome, Renzi afferma: «Io posso avere le mie opinioni, l’ho scritto nel libro e l’ho detto a Nicola Gratteri che l’ha raccontato anche da voi. Credo che ci sia stata un’ampia sollevazione da parte di tanti magistrati che hanno fatto pressione in quelle ore su Napolitano». Ad una domanda diretta di Corrado Formigli sull’ipotesi che dietro ci fosse il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, Renzi conferma: «Certamente sì, ma questa è un’ipotesi che fa Palamara. Ma Palamara era il più scatenato contro Gratteri. Luca Palamara, che oggi è stato vittima di quel sistema, in quel momento era il capo di quel sistema».
Ma le rivelazioni sul “caso Gratteri” che formula Renzi non si fermano qui. «Faccio un altro nome, non ho elementi di certezza – precisa l’ex premier – perché non ne ha mai parlato con me. Ma nel libro parlo di Piero Grasso come di un magistrato che in quel momento faceva il presidente del Senato».
Secondo Renzi dunque, una «larga parte del “sistema correntizio” ha detto “no” al nome di Gratteri». Ma l’ex premier difende il ruolo dell’allora presidente della Repubblica: «Napolitano merita rispetto, aveva le sue motivazioni. Non aveva un obbligo di dirmi perché non voleva Gratteri».
Poi sollecitato dagli intervistatori sulla valutazione attuale che il leader di Italia viva ha del procuratore capo di Catanzaro, Renzi sottolinea: «C’era una cosa che non mi convinceva di Gratteri e continua a non convincermi: la sua visione di garantismo. È diversa dalla mia». «Ma Gratteri – conclude Renzi – avrebbe fatto benissimo il ministro della Giustizia in quel momento perché avrebbe scardinato le correnti». (rds)
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