«I funerali di Lombardi Satriani, la rumorosa assenza della politica calabrese (e, fatte rare e significative eccezioni, dell’Università e del mondo della cultura).
E c’era la piazza, davanti alla chiesa e al Palazzo storico Lombardi Satriani, piena della sua gente, della sua comunità, di gente comune e amici venuti da fuori, di tanti sindaci e amministratori, tra cui quelli di Rende e di Acri. E c’erano rappresentanti di importanti Istituzioni calabresi (Sistema Bibliotecario Vibonese, Fondazione Padula). E c’erano moltissimi suoi ex allievi venuti da tutta Italia e dalle città in cui insegnano nell’Università e tanti studiosi e intellettuali della regione. E da tutta Italia arrivavano telefonate, sms, mail, post, scritti per ricordare l’antropologo e la persona. C’era un mondo colto e umile, quello che Lombardi Satriani avrebbe voluto, quello che ha saputo raccontare nei suoi scritti. E si annunciano numeri di riviste a lui dedicati, scritti dei maggiori antropologi, iniziative culturali e Convegni a Cosenza, Messina, Napoli, Roma – nelle cui Università ha insegnato – a Briatico, Tropea, Vibo Valentia, Rende, Acri, Nardodipace e in tante città e località della Calabria. Ci sarà tempo e modo per ripensare l’opera intensa, feconda, attuale di un “Grande Calabrese”, che ha saputo fare convivere paese e Mondo e le cui riflessioni hanno dato un grande apporto alla cultura italiana ed europea».
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