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conflitto istituzionale

Braccio di ferro milionario tra Comune di Crotone e Regione

L’Ente reclama oltre 14 milioni per le royalties sul conferimento di rifiuti. No della Cittadella che rivendica un debito da 7,2 milioni

Pubblicato il: 04/06/2022 – 15:37
di Giuliano Carella
Braccio di ferro milionario tra Comune di Crotone e Regione

CROTONE Un contenzioso milionario che si sta consumando per vie legali tra le aule della giustizia amministrativa e tributaria. È quello in atto tra il Comune di Crotone e la Regione Calabria. Ultimo atto della contesa quello approvato ieri in delibera dall’Amministrazione comunale Voce che, su proposta del vicesindaco Sandro Cretella, ha deciso di ricorrere in giudizio contro la Regione per tentare di recuperare oltre 14 milioni di euro attesi dalle royalties per il conferimento di rifiuti.
È questo un indennizzo previsto per legge quando i Comuni ricevono Rsu provenienti da altre province e prevede due diversi benefit, sia per il trattamento in impianto, che per il conferimento in discarica.
Una somma “astronomica”, non calcolata dalla Regione, ma che secondo l’Ente di piazza della Resistenza spetterebbe di diritto alla città e che invece la controparte disconosce in quanto il sito di conferimento a Crotone è di proprietà privata (Sovreco). La Regione ha accordato per Crotone solo una minima parte del ristoro per la quota dei rifiuti transitati nel Tbm di località Ponticelli pari a 1.822.590 di euro.  
Era però di tutt’altro parere nel merito l’ex assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio, quando il 2 marzo del 2021 scrisse al dg del dipartimento Tutela ambiente, ai sindaci dei Comuni della Calabria e al presidente della Regione, chiarendo che «per ragioni di equità, i quantitativi di rifiuti di origine urbana conferiti nelle discariche private ad uso pubblico debbano essere equiparati, ai fini del riconoscimento delle Royalties a quelli conferiti alle discariche pubbliche».

La Regione reclama il debito

Il passato è passato, però, e in poco più di un anno le carte in tavola sono adesso cambiate: la Regione ha una nuova amministrazione e c’è stato un ricambio anche ai vertici nei dipartimenti. E così, a seguito di un carteggio intercorso tra i due enti, gli uffici della Cittadella hanno deciso oggi di non riconoscere più quell’indennizzo alla città di Crotone.
Anche perché riconoscerlo, significherebbe per la Regione ascrivere somme a debiti fuori bilancio, in quanto, le quote royalties per i rifiuti conferiti da altre province, sono stati già liquidati ai Comuni interessati (ovviamente a esclusione di Crotone per quanto concerne la discarica di Columbra).
C’è di più. La Regione ha infatti scelto di rivalersi nel frattempo sulla cifra vantata nei confronti dell’Ente pitagorico che, a oggi, corrisponde a circa 7,2 milioni di euro. Da qui la decisione conseguente di “congelare” a titolo di compensazione nelle proprie casse le somme, altrettanto milionarie, spettanti al Comune di Crotone per le royalties che l’Eni versa alla Regione per l’estrazione metanifera condotta nelle acque al largo del capoluogo ionico. Si tratta delle quote spettanti all’ente territoriale per le annualità che vanno dal 2017 al 2019 e che, tra decreti d’impegno di spesa e da liquidare, corrispondono a 4,6 milioni di euro.

L’origine del contenzioso

Il “bubbone” del debito milionario reclamato dalla Regione nei confronti del Comune di Crotone era esploso nel novembre 2020, non appena l’amministrazione Voce si era appena insediata alla guida dell’Ente e, l’attuale assessore al Bilancio, Antonio Scandale, era stato da poco nominato. Il Comune, secondo quanto scritto allora dalla Regione, avrebbe dovuto a titolo di tariffa di conferimento dei rifiuti un ammontare di 9.098.208 di euro (quantificato all’anno 2019) su cui andava compensato un credito di 1.822.590 di euro dovuti a titolo di royalties, in ragione del fatto che Crotone risulta essere sede di impianti in prossimità di Zona a protezione speciale (Zps).
Coordinando i propri uffici, l’assessore al Bilancio, ha così ricostruito tutti i movimenti dei rifiuti conferiti a Crotone, compresi quelli previsti dall’ordinanza 246 del 2019 (disposta dall’allora presidente Mario Oliverio) che autorizzava un ulteriore incremento della volumetria di 120mila tonnellate di rifiuti nella discarica di Columbra a Crotone. Tra ricalcolo esatto delle royalties e inserimento dei benefit non riconosciuti alla discarica privata, l’assessore Scandale ha scoperto, intanto, che il suo Comune non era solo esposto per oltre 7 milioni di euro, ma che, al contempo, vanterebbe un credito di oltre 14 milioni verso la stessa Regione.
Al di là della via giudiziaria ormai intrapresa, l’assessore Scandale ha comunque scritto alla Regione alla fine del marzo scorso, avanzando una proposta di piano di rientro per il Comune di Crotone sul debito tariffa rifiuti che poggia sui crediti vantati verso la Regione Calabria attraverso le royalties del metano. Si tratta di un piano oneroso per le casse dell’Ente pitagorico che prevede: per la quota debito in conto tariffa (ammontante a 4.461.119 di euro) la possibilità di rateizzazione in 5 tranche di pari importo di 446.111 euro all’anno; e per la quota debito in conto conguaglio (2.811.599 di euro complessivamente) la proposta di accordare la parcellizzazione in 10 annualità di pari importo per euro 281.159 ad annualità. Sarebbe questo il cosiddetto “piano b” dell’Amministrazione crotonese che, però, punta sul recupero del credito milionario, avendo affidato l’incarico per l’azione legale alla giustizia amministrativa all’avvocato Gaetano Liperoti.
Ma c’è anche un’altra causa milionaria che ha intentato l’Ente pitagorico. Nel novembre 2021, infatti, ha ottenuto dalla Commissione tributaria il respingimento del ricorso presentato Eni contro l’avviso di accertamento per l’anno 2016 sull’Imu che il “cane a sei zampe” deve corrispondere per le tre piattaforme off-shore utilizzate per l’estrazione del gas metano.

L’altra contesa con Eni

La multinazionale è stata così obbligata a pagare oltre 3,8 milioni di euro al Comune di Crotone. La decisione della Commissione tributaria è stata nel frattempo appellata da Eni ed è in attesa del secondo grado di giudizio. Qualora, però, il parere della Commissione fosse confermato, il Comune di Crotone sarebbe pronto a intraprendere la stessa via giudiziale per recuperare le annualità che vanno dal 2017 al 2019 (nel 2020 è stata introdotta l’Impi come imposta per le piattaforme in mare) ed emettere accertamenti per un importo che si aggirerebbe intorno ai 14 milioni di euro.
Milioni, milioni e ancora milioni che l’Ente pitagorico al momento vede solo col binocolo. Il Comune di Crotone, infatti, è intanto costretto a fare a pugni con un bilancio ingessato dal maggio 2018, da quando cioè la Corte dei conti con la delibera 108 ha imposto il blocco della spesa dopo i rilievi effettuati circa il controllo di gestione, sul controllo strategico e sul controllo analogo.
«Laddove riuscissimo a ottenere – commenta al riguardo il sindaco di Crotone, Enzo Voce – anche solo una parte di questi crediti, saremmo nelle condizioni di poter cambiare il volto della città. Il mio pensiero va soprattutto alle periferie e alle altre zone più disagiate cui questa Amministrazione ha il dovere di ottemperare con interventi di riqualificazione».

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