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Il congresso

Assistenza anziani, allarme Sigg: «In Calabria 350mila over 65 con 2 o più malattie croniche»

La Società italiana di gerontologia e geriatria avverte: «I posti letto sono appena 95 ogni 10mila anziani». Regione è terz’ultima in Italia

Pubblicato il: 06/06/2022 – 11:38
Assistenza anziani, allarme Sigg: «In Calabria 350mila over 65 con 2 o più malattie croniche»

CATANZARO Aumenta in regione la richiesta di assistenza agli anziani: circa 350mila gli over 65 calabresi con due o più malattie croniche. Si punta a una rete dedicata, ma i posti letto sono appena 95 ogni 10mila anziani. È quanto affermato in una nota dalla Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg). I geriatri calabresi hanno fatto il punto sull’assistenza agli anziani al IX congresso regionale Sigg, intitolato “L’essenzialità della Geriatria tra Università, ospedale e territorio”, che si è svolto di recente presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro. Il congresso è stato promosso da Angela Sciacqua, direttore della Scuola di specializzazione di Geriatria presso l’Università degli studi Magna Graecia, direttore dell’Uoc Geriatria presso il Policlinico universitario di Catanzaro e da Roberto Lacava, geriatra territoriale Asp di Catanzaro e presidente Sigg Calabria. «Obiettivo – premette la nota – è migliorare la gestione di questi pazienti e accompagnarli nel loro percorso assistenziale. Ancora tanti i nodi da sciogliere, tra la carenza di posti letto dedicati ai più fragili e un’assistenza sul territorio ancora non adeguata».

Popolazione invecchia, aumenta richiesta

«Con l’invecchiamento della popolazione – si legge nel comunicato – continua ad aumentare la richiesta di assistenza sanitaria agli anziani anche per l’impatto della pandemia. Un fenomeno che interessa tutto il Paese ma che in Calabria si presenta in modo più critico a causa della carenza di posti letto nelle strutture per anziani e di percorsi dedicati ai più fragili. In Calabria l’obiettivo è andare al più presto verso una riorganizzazione dei processi di cura, creando per tutte le patologie croniche una ‘rete’ di Percorsi di diagnosi e terapia (Pdta) che accompagni il paziente in ogni stadio della gestione della sua malattia, in modo da ottimizzare l’efficacia delle cure. Lo scopo è quello di definire per la prima volta un percorso diagnostico – terapeutico dedicato ai pazienti con multicronicità, come punto di convergenza tra i percorsi costruiti per le singole malattie e, quindi, garantire continuità tra le reti assistenziali. Ma non è tutto, l’obiettivo è anche aggiornare e quantificare i bisogni di salute regionali in termini di multicronicità, registrare le esperienze organizzative previste e attuate nella Regione, al fine di superare lo scenario frammentato dei processi assistenziali che, nel caso delle cure croniche, rappresenta una fonte di disagio per i cittadini e di inappropriatezza per il Ssr, producendo indagini specialistiche inutili e ricoveri e prescrizioni di farmaci inappropriati.

Focus congresso su appropriatezza cure

«Il congresso – riferisce la nota – è stato dedicato alla diffusione e revisione dei nuovi concetti di appropriatezza delle cure nell’anziano, diagnosi e nuove modalità di trattamento terapeutico, con lo scopo di integrare l’essenzialità della geriatria tra Università, ospedale e territorio. Particolare attenzione è stata rivolta alle nuove evidenze in campo di diagnosi e trattamento del declino cognitivo, depressione e delle patologie metaboliche e cardiovascolari. Hanno preso parte all’evento, tra gli altri, il professor Francesco Landi, presidente nazionale Sigg; il magnifico rettore, Giovambattista De Sarro, dell’Università degli studi Magna Graecia di Catanzaro; il professor Antonio Aversa, ordinario di endocrinologia e responsabile gruppo studio Endoger; il professor Francesco Perticone, già ordinario di medicina interna, il dottor Giovanni Ruotolo, direttore Soc di Geriatria presso l’Ao “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro e vicepresidente nazionale Sigot; il dottor Alberto Castagna, geriatra territoriale Asp Catanzaro e presidente Sigot Calabria».

Si va verso le «dimissioni protette»

Angela Sciacqua, direttivo Sigg Calabria

«La costruzione condivisa di un percorso per le cronicità – ha sottolineato la professoressa Sciacqua a nome di tutto il direttivo Sigg Calabria –, comporta una riduzione dell’inappropriatezza, nel ricorso alle attività di ricovero.  La multicronicità è associata ad una ridotta qualità della vita, a una più alta mortalità e ad un utilizzo di più farmaci da parte del paziente. Pertanto, i sistemi sanitari si trovano a dover affrontare una maggiore richiesta di indagini clinico-diagnostiche, di trattamenti terapeutici e di visite mediche. Nella Regione Calabria – continua l’esperta – i sistemi sanitari sono indirizzati a ridurre il carico del trattamento dovuto ad esempio ad appuntamenti multipli, a cure non pianificate, ad accessi impropri al Pronto soccorso. Già oggi, ad esempio, si va in questa direzione con le “dimissioni protette”. Per i pazienti in condizioni di particolare fragilità. Realizzate, grazie ad un protocollo d’intesa tra le Aziende ospedaliere e l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, puntano ad una presa in carico dei bisogni assistenziali del paziente al fine di consentire una continuità nella cura e un programma assistenziale personalizzato che ricolloca il paziente, soprattutto anziano e “fragile” sul territorio una volta conclusasi la fase acuta della patologia per ridurre i ricoveri impropri, dando continuità assistenziale e setting specifici offerti dal territorio, stabiliti dopo una valutazione multidimensionale chiamata a determinare i reali bisogni del paziente attraverso un team multi disciplinare dove  sono coinvolti i medici, gli infermieri, gli assistenti sociali e i professionisti della riabilitazione», ha sottolineato Sciacqua.

I dati sull’assistenza agli anziani

«In Calabria – ha poi evidenziato Sciacqua – i presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari attivi dal 2016 sono 318. L’offerta regionale è tuttavia inferiore a quella nazionale: ci sono 1,6 presidi ogni 10mila abitanti, contro una media nazionale di 2,1 per 10mila residenti. La regione offre in totale 7.260 posti letto che rappresentano l’1,8 per cento di quelli disponibili in Italia. La disponibilità di posti letto per anziani è di 95 per 10mila residenti oltre i 65 anni d’età, mentre in Italia risultano circa 222. La nostra Regione è, infatti, terz’ultima nel Paese per dotazione di posti letto dedicati agli anziani. Nonostante stia aumentando la richiesta di assistenza agli over 65 con l’invecchiamento della popolazione, in Calabria la percentuale attuale di posti letto dedicati agli over 65 è ferma all’1,04%. Stando ai recenti dati del Ministero della Salute, non va meglio per quanto riguarda l’assistenza domiciliare integrata (Adi). La percentuale di pazienti assistiti è del 1.01% per gli over 65 e del 1.7% per gli over 75. Anche in questo caso la Calabria è al terzultimo posto in Italia, seguita solo dalla Valle d’Aosta, dalla provincia autonoma di Bolzano e dalla Sardegna. L’attuale assetto delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale (Ssn) è in parte condizionato dall’applicazione delle recenti misure che hanno portato ad un blocco del turn over nelle Regioni sotto piano di rientro dal disavanzo economico e finanziario, cui si sono aggiunte politiche di contenimento delle assunzioni. Tra il 2010 e il 2017, infatti, in Calabria il personale dipendente del Ssn ha perso complessivamente il 14,5% della sua consistenza (in Italia, nello stesso periodo si è ridotto del 6,7%): nella regione il contingente dei medici Ssn è diminuito del 14,6%, in misura più elevata rispetto al personale infermieristico, che “arretra” di poco più del 10%. Nel 2017 il personale dipendente del Ssn in Calabria è di 18.588 unità, di cui circa il 40% (7.340) è rappresentato da personale infermieristico e il 20% (3.751) da personale medico. Nel suo insieme esso rappresenta poco più del 3% del totale nazionale. Il rapporto fra personale dipendente del Ssn e popolazione residente ammonta a quasi 95 unità ogni 10mila abitanti, valore di quasi 5 punti inferiore al dato medio nazionale».

Dati che fanno riflettere

«Tanti ancora, dunque, i nodi da sciogliere – ha concluso Sciacqua – nell’assistenza sanitaria agli anziani fragili multicronici calabresi. Questi dati dovrebbero far riflettere sulla capacità della Calabria di gestire una strategia lungimirante sul fronte della sanità futura che non potrà non tener conto anche dell’impatto della pandemia che ha reso ancora più discontinua e frammentaria la cura delle cronicità».

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