SAN COSTANTINO CALABRO In appena trenta anni ed attraverso momenti di vera e propria emergenza, dal 1980 al 2010, la popolazione mondiale di api e vespe si è ridotta del 36 per cento. La minaccia è costituita dai prodotti chimici impiegati per le coltivazioni agricole, con un vero e proprio killer rappresentato da una famiglia di insetticidi, i neonicotinoidi che riducono olfatto, memoria e senso dell’orientamento delle api. Altri pericoli derivano dai cambiamenti climatici, dalla perdita di habitat e dall’aumento delle monocolture.
Eppure questi piccoli, numerosi e laboriosissimi insetti sono essenziali per l’uomo e per la natura nel suo complesso al punto che il 20 maggio di ogni anno – nel mese centrale dell’impollinazione – a loro è dedicata una giornata mondiale istituita dalle Nazioni Unite il 20 dicembre del2017.
In Italia, secondo elaborazioni fondate sulla banca dati dell’Anagrafe apistica (riferita al bimestre novembre-dicembre 2021), gli apicoltori sono 73.148, il 71% produce miele per autoconsumo, 21.335 imprenditori garantiscono miele al mercato.
In Calabria gli apicoltori sono poco meno di duemila, 749 quelli professionali.
Se gli apicoltori non professionisti sono una risorsa per quanto riguarda l’impollinazione e dunque l’ecosistema e l’agricoltura, il rischio riguarda invece la possibile influenza negativa per lo stato sanitario delle api in ragione di attività che possono sfuggire dai normali e necessari controlli.
Ecco perché alle realtà produttive che guardano al mercato occorre riservare attenzioni anche in ragione del fatto che sempre più giovani si avventurano in questa essenziale, affascinante e non semplice attività.
Come accade a San Costantino Calabro con Rocco Denami, giovane imprenditore agricolo, che ha scelto il miele come elemento portante del proprio percorso e grazie al sostegno del Gal Terre Vibonesi ha ampliato l’orizzonte con un marchio fortemente identificativo, CalabrEat. (redazione@corrierecal.it)
x
x