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Minacce ai magistrati di Vibo, la solidarietà del Csm. «L’attenzione resti alta»

Ermini: «No alla sottovalutazione». Area Dg: «Vicini a Nasso e Di Mauro, basta con la denigrazione e la violenza nei toni delle critiche»

Pubblicato il: 08/06/2022 – 12:42
Minacce ai magistrati di Vibo, la solidarietà del Csm. «L’attenzione resti alta»

ROMA «L’attenzione deve essere sempre alta, non bisogna mai sottovalutare le minacce». Così il vicepresidente del Csm, David Ermini, in plenum dopo che il togato Giovanni Zaccaro, a nome di tutto il gruppo di Area, in apertura dei lavori del plenum del Csm ha ricordato le minacce di cui sono stati oggetto due giudici del lavoro del tribunale di Vibo Valentia, Ilario Nasso e Tiziana di Mauro, esprimendo loro la «massima solidarietà» per le «pesanti minacce contenute in un volantino distribuito innanzi al tribunale di Vibo Valentia».
«Siamo certi – ha aggiunto Zaccaro – che le autorità di pubblica sicurezza abbiano la situazione sotto controllo ma non possiamo esimerci da due considerazioni: nella città dove si svolge il processo Rinascita Scott, con un grande e giusto spiegamento di risorse, arrivano minacce nei confronti di due giudici del lavoro a dimostrazione del pericolo e dell’isolamento che vivono, negli uffici giudiziari più o meno di frontiera, i giudici civili, primo e a volte fragile argine per la affermazione dei diritti e della legalità costituzionale; – la continua, gratuita denigrazione dei magistrati, in corso da anni, sui giornali, tramite libri, talk show televisivi e social, anche da parte di importanti esponenti politici, legittima chiunque a comportarsi nello stesso modo, addirittura rilanciando nella violenza dei toni. Mentre il dovere delle istituzioni repubblicane dovrebbe essere sempre quello di non delegittimare le altre istituzioni».
«Solidarietà e vicinanza» ribadita da Ermini a nome dell’intero Consiglio «a tutti i magistrati che in questo momento sono sottoposti a minacce e costretti a vivere sotto scorta. Il Consiglio superiore non può che dire grazie a questi magistrati in tutte le parti d’Italia. Lo Stato deve ringraziare e tutelare queste persone che mettono che lavorano per il bene comune. I magistrati – ha concluso Ermini – sanno bene cosa vuol dire fare il proprio mestiere e farlo nei territori dove c’è molto rischio per sé e per le proprie famiglie».

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