CUTRO «La mia vita ultimamente non è molto bella, è un po’ travagliata, vivo un po’ di difficoltà, ma vado avanti cercando di superare ogni difficoltà perché ci sono migliaia di persone che credono in noi della giustizia e non possiamo deluderle, dobbiamo stringere i denti e andare avanti». Sono le dichiarazione rilasciate questa mattina dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dopo aver ricevuto nella sala polivalente “Falcone e Borsellino” di Cutro, il Premio nazionale antimafia “Diego Tajani” per la sezione legalità. La manifestazione, alla sua prima edizione è stata promossa e organizzata dal Centro studi e ricerche Diego Tajani e ha ottenuto il patrocinio dei Comuni di Cutro, Vietri sul Mare e Reggio Emilia. L’associazione è composta da un gruppo di studiosi e professionisti che promuovono la ricerca storiografica su Diego Tajani, magistrato e statista nato a Cutro l’8 giugno del 1827, al fine di valorizzarne l’opera e il pensiero per contribuire alla diffusione della cultura della legalità.
Assieme al procuratore Gratteri, sono stati premiati: lo storico delle mafie Antonio Nicaso per la sezione “Legalità̀”; il saggista e politico Isaia Sales per la sezione “Mezzogiorno”; e la giornalista Sara Manisera per la sezione “Giovani” (medaglia offerta dalla Camera dei deputati). I riconoscimenti sono stati realizzati dal maestro orafo crotonese, Michele Affidato, legato tra l’altro, da una pluriennale amicizia col procuratore Gratteri. Tante le personalità ad assistere alla manifestazione, ma anche e soprattutto giovani che hanno confortato col loro entusiasmo il procuratore antimafia di recente balzato agli “onori” delle cronache, dopo che un servizio di intelligence, ha rivelato come la sua vita sia nuovamente nel mirino delle cosche di ‘ndrangheta per farlo «saltare in aria». Progetto omicidiario, questo, che non spaventa il magistrato calabrese, sempre più convinto della sua azione.
«Sono grato di essere qui – ha dichiarato a margine della manifestazione Gratteri – perché oggi si ricorda un grande uomo, una mente lucida e intelligente, si ricorda un visionario che ha scritto cose ancora attualissime. Tajani aveva capito perfettamente nel suo tempo cos’erano le mafie e dove sarebbero andate a parare». «Sono contento di questo premio – ha sottolineato il magistrato – che è molto prestigioso dal mio punto di vista ed è un’occasione per venire in un comune che è purtroppo famoso per aver dato i natali a personaggi mafiosi, ma che nulla hanno a che vedere con la cultura e le trazioni di questa parte di Calabria». «Ecco perché la presenza di questi ragazzi – ha rivelato il magistrato –, il loro entusiasmo, mi conforta e mi dice che è possibile cambiare, è possibile nutrire una speranza. Vado spesso in giro a parlare della non convenienza a delinquere, ma soprattutto a dare un sogno e dire: non rassegniamoci, protestate e contestate, ma non rassegnatevi». «Oggi è la conferma – ha affermato Gratteri – che siamo sulla strada giusta. Noi adulti abbiamo il dovere si saper cogliere questo entusiasmo dei giovani, dobbiamo intercettarli e aiutarli in questo percorso di crescita invece che usare furbescamente la loro passione».
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