ROMA Agli orali i maturandi porteranno la mascherina come previsto dalle norme ma nel momento del colloquio verrà fatta loro togliere.
«Per gli scritti è una questione di rispetto indossare una mascherina chirurgica anche rispetto a chi ha fragilità – spiega all’Ansa Cristina Costarelli presidente Anp Lazio-, per gli orali è un falso problema: il candidato sarà a due metri di distanza dalla commissione. Non abbiamo un nuovo protocollo anticovid sugli esami; i precedenti sono ormai superati anche dalla fine dello stato di emergenza.Il candidato è dunque autorizzato mentre parla a non indossare la mascherina. Attendiamo indicazioni scritte».
«Cominciamo a pensare che la questione delle mascherine riceva troppe attenzioni: al massimo si tratta di portarla due giorni, agli scritti. Se gli edifici scolastici fossero vivibili, provvisti di condizionamento dell’aria come tutti gli uffici pubblici, questo problema non ci sarebbe. È terribile che la scuola non abbia avuto questa attenzione, visto che il caldo ormai si soffre da maggio a settembre. E quindi parlare sempre di mascherina a scuola sembra un tema di distrazione di massa rispetto ai temi veri, l’areazione e il condizionamento dell’aria», prosegue Costarelli.
«Il candidato in passato è stato autorizzato a togliere la mascherina, i protocolli anticovid degli anni scorsi non sono più validi, ad oggi non abbiamo alcun protocollo nè alcun obbligo di mantenere i 2 metri di distanza che certamente manterremo: ma il candidato è autorizzato a non indossare la mascherina mentre parlerà», conclude la dirigente scolastica.
«Può essere un’opzione da valutare l’ipotesi di far tenere la mascherina ai maturandi solo per gli scritti e non per gli orali: ricalcherebbe un pò quanto accade in Parlamento: deputati, senatori e membri del Governo la indossano quando sono seduti al proprio posto e la abbassano quando sono chiamati a intervenire». A dirlo all’Ansa è il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso della Lega. «Mi chiedo però – aggiunge – quali basi scientifiche ci siano a sostegno. Mi sembra più un compromesso politico. Eminenti virologi hanno più volte rimarcato come le aule non siano luoghi di contagio: i rischi maggiori per i ragazzi sono prima e dopo la scuola, quindi se in pizzeria possono stare senza non si capisce perché debbano tenerla in classe. Personalmente sarei per indossarla solo quando si gira nei corridoi e in caso di assembramenti, ma al ministero della Salute hanno evidentemente una preclusione nei confronti del mondo dell’istruzione: hanno tolto le restrizioni dappertutto tranne che a scuola. Mi sembra evidente che ci sia un pregiudizio ideologico», conclude Sasso.
«La valutazione è in corso», risponde il ministro della Salute Roberto Speranza alla domanda se dopo il 15 giugno le mascherine dovranno continuare ad essere utilizzate sui mezzi di trasporto. «Dobbiamo considerare la pandemia ancora non conclusa – ha proseguito Speranza -: in tanti Paesi da qualche giorno, c’è una curva che ricomincia a crescere e non dobbiamo considerare che la partita è chiusa. Non siamo cioè fuori dal Covid, tuttavia tutto ciò che abbiamo, dai vaccini agli antivirali, ci consente di dire che siamo in una stagione diversa».
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