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Consumi delle famiglie, in Calabria la spesa mensile è tra le più basse d’Italia

Report dell’Istat: nella nostra regione la media è 1.915 euro, mentre si registra la quota più alta per alimentari e bevande analcoliche

Pubblicato il: 10/06/2022 – 7:16
Consumi delle famiglie, in Calabria la spesa mensile è tra le più basse d’Italia

In Calabria la spesa media mensile delle famiglie per consumi è tra le più basse d’Italia. È il dato che emerge dall’ultimo report dell’Istat, pubblicato ieri. L’Istituto di statistica evidenzia che «nel 2021, la stima della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è di 2.437 euro in valori correnti, in marcata ripresa (+4,7%) rispetto al 2020. Riprendono a crescere i divari territoriali, 728 euro tra Nord-ovest e Sud, da 625 euro nel 2020. Dopo la leggera contrazione del 2020, tornano ad aumentare anche i divari nella spesa tra le famiglie di soli italiani e quelle con almeno uno straniero (590 euro in più, 477 nel 2020) e di soli stranieri (867 euro, 672 nel 2020)». In particolare – spiega l’Istat – «nel Sud e nelle Isole, dove le disponibilità economiche sono generalmente minori, a pesare di più sulla spesa delle famiglie sono le voci destinate al soddisfacimento dei bisogni primari, come quelle per alimentari e bevande analcoliche: nel 2021 questa quota di spesa arriva al 24,6% al Sud e al 23,5% nelle Isole mentre si ferma al 17,2% nel Nord-est». Anche nel 2021 – evidenzia l’Istat – «le regioni con la spesa media mensile più elevata sono Trentino-Alto Adige (2.950 euro) e Lombardia (2.904 euro) mentre Calabria e Puglia sono quelle con la spesa più contenuta, rispettivamente 1.915 e 1.808 euro mensili. La quota più alta per alimentari e bevande analcoliche si registra proprio in Calabria, dove si attesta al 28,1%, a fronte del 19,3% osservato a livello nazionale e del 15,8% del Trentino-Alto Adige». Rispetto al 2020, la spesa aumenta significativamente in molte regioni, sia del Nord che del Centro-Sud. Gli incrementi più contenuti si registrano in Toscana (+4,5%) e in Piemonte (+5%); attorno al 7% la crescita di Abruzzo, Umbria e Veneto. La spesa aumenta del 7,6% in Trentino-Alto Adige e dell’8,6% in Lombardia ma gli aumenti maggiori si osservano in Basilicata e Molise, dove, rispetto al 2020, sale, rispettivamente, del 16,9% e del 10,3%. I livelli e la composizione della spesa variano anche – prosegue il report dell’Istat – a seconda della tipologia del comune di residenza. Nel 2021, come in passato, le famiglie spendono di più nei comuni centro di area metropolitana: 2.757 euro mensili contro i 2.473 euro nei comuni periferici delle aree metropolitane e in quelli con almeno 50mila abitanti e i 2.315 euro nei comuni fino a 50mila abitanti che non appartengono alla cerchia periferica delle aree metropolitane. Il maggior incremento della spesa per consumi (+5,4%) si registra proprio nei comuni centro di area metropolitana. In questi ultimi, infatti, pesa maggiormente rispetto alle altre tipologie comunali la spesa per Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria (il 44,2% della spesa mensile, pari a 1.219 euro, rispetto al 34,7% nei comuni fino a 50mila abitanti, 803 euro mensili) ma anche quella per servizi ricettivi e di ristorazione (il 4,7%, pari a 128 euro mensili, contro il 3,9% dei comuni più piccoli, 90 euro mensili). Al contrario, nei comuni centro di area metropolitana si registra la quota di spesa più bassa destinata ad Alimentari e bevande analcoliche (16,2%, contro 20,5% dei comuni fino a 50mila abitanti che non appartengono alla cerchia periferica delle aree metropolitane); lo stesso vale per le quote di spesa destinate ad abbigliamento e calzature (rispettivamente, 3,3% e 4,5%) e trasporti (7,7% contro 10,7%).

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