CASALI DEL MANCO «L’assessore alla Forestazione, Caccia e Pesca dottor Michele Rizzuti, d’intesa con l’Amministrazione di Casali del Manco, comunica l’avvenuta prosecuzione del piano quinquennale cui obiettivo è quello di tutelare e conservare l’immenso patrimonio paesaggistico, ambientale e naturale che il territorio casalino vanta». Lo riporta una nota dell’amministrazione comunale che aggiunge: «Nello specifico è stato avviata la quarta annualità di “lanci” per il rilascio dell’antagonista naturale denominato Torymus Sinensis, azione questa che mira alla salvaguardia del territorio che, nella fascia compresa fra la zona valliva e le vette, è interessata dalla annosa problematica del cinipide galligeno, agente infestante gli alberi di castagno».
«Anche quest’anno preziosa – afferma l’assessore al ramo Michele Rizzuti, promotore del progetto – è stata la collaborazione qualificata dell’ARSAC nella figura del tecnico esperto dottor Angelo De Simone, grazie al quale siamo stati in grado di individuare dei siti potenzialmente ottimali al fine di contrastare il cinipide, procedendo al quarto anno di rilascio del Torymus. Inoltre fondamentale è stata anche la collaborazione della Polizia Locale e di Mario Papaianni volontario di Protezione Civile AVAS Presila, che ringraziamo come Amministrazione comunale. La collaborazione posta in essere tra l’Amministrazione di Casali del Manco e l’Arsac, posta in essere nel 2019, ha prodotto l’avvio di un piano quinquennale di rilascio in quantità crescenti dell’antagonista così da arrivare alla definitiva scomparsa della malattia del castagno, che è causa del decadimento qualitativo e quantitativo, e che provoca un danno paesaggistico ed ambientale al vasto territorio castanicolo casalino».
«Stiamo dunque giungendo termine dell’attività di controllo biologico del Cinipide, prevista per il prossimo anno, ed abbiamo già previsto di effettuare nel periodo invernale la verifica della percentuale di insediamento e colonizzazione da parte dell’imenottero parassitoide calcidoideo Torymus Sinensis Kamijo, che ha preso dimora e iniziato a riprodursi nei castagneti oggetto di rilascio, coinvolgendo congiuntamente la ditta fornitrice del Torymus e gli esperti dell’ARSAC. Va, comunque, sottolineato che dopo anni di ripetute infestazioni, i castagneti in questione si trovano in uno stato di stress che li rende più suscettibili alle aggressioni di altri patogeni ed insetti. Pertanto auspichiamo che la ripresa produttiva porti a invertire la tendenza verso il progressivo e desolante abbandono dei castagneti, anche a seguito del graduale spopolamento delle aree montane, aggravata dalla diffusione di fitopatie fungine negli ultimi anni con la diffusione del cinipide galligeno».
«Pertanto risulta indispensabile seguire una adeguata gestione colturale e agronomica – conclude così l’assessore Rizzuti – da parte dei castanicoltori, per consentire il recupero vegetativo e produttivo dei castagneti degradati, attraverso potature di riforma, per l’eliminazione delle parti secche o affetti da cancri virulenti e per la costituzione della nuova chioma, preservando i resti della potatura, evitando di bruciare le parti contenente l’insetto utile».
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