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Il parallelo

«Da Leopardi a Waters il lato oscuro della luna»

Sin dalla sua comparsa nel mondo l’uomo ha vissuto il sortilegio del rapporto con la luna, percepita in ogni modo.Ora magica, ora insondabile, legata agli Dei, l’interpretazione della luna è sempr…

Pubblicato il: 11/06/2022 – 17:41
di Mario Campanella*
«Da Leopardi a Waters il lato oscuro della luna»

Sin dalla sua comparsa nel mondo l’uomo ha vissuto il sortilegio del rapporto con la luna, percepita in ogni modo.
Ora magica, ora insondabile, legata agli Dei, l’interpretazione della luna è sempre stata originale,interessando praticamente tutto il mondo dell’arte.
Il filo sottile che lega l’invocazione alla nostalgia accompagna la vita di Giacomo Leopardi, il più grande poeta italiano dell’ottocento, che con il suo canto notturno di un pastore errante dell’Asia affronta i temi del pessimismo cosmico, a un protagonista della musica psichedelica, Roger Waters, autore di tutti i testi di “The Dark Side of the moon”, Il lato oscuro della luna, l’album più famoso dei Pink Floyd, uscito nei primi anni settanta.
Leopardi mette in parallelo la vita statica della luna con quella del pastore ma introduce il tema della mortalità dell’uomo, ripercorrendo la felicità della sua infanzia con la caducità della vita.
Il poeta marchigiano implora alla luna di spiegargli perché la sofferenza dell’uomo è così immane.
Si nasce a patimento, si vive con fatica e poi si muore.
Tale è lo stato mortale – dice Leopardi rivolgendosi al cielo – ma tu mortal non sei e forse del mio dir poco ti cale.
In questa poesia Leopardi accomuna il destino umano a quello di tutti gli esseri viventi ma conferisce alla luna la magia dell’immanenza.
Ma già nel canto Alla luna composto in precedenza, il grande poeta interloquisce con il cielo mettendo a confronto la perifrasi dell’eternità con il vivere quotidiano dell’uomo, la fatica con il mito dell’assoluto.
Con un atteggiamento nichilista e intriso di revanche, Roger Waters scriverà, invece, i testi dell’album che rimase 15 anni nelle classifiche americane, vendendo 50 milioni di copie.
Un cult che irrompe nella musica subito dopo l’esplorazione concreta del satellite.
Anche qui si realizza il confronto immaginario con la luna e il suo lato oscuro, identificato dal feedback che vi diede indirettamente Syd Barrett, il fondatore del gruppo, uscito nel 1968 per gli effetti dell’acido lisergico.
Waters esplora la potenza del denaro sul mondo, la scansione del tempo, la precarietà dell’umanesimo avvolta nelle tenebre, la fugacita della bellezza.
L’epica copertina, divenuta leggendaria, racchiude il senso del confronto tra il sé cosmico e la selezione del triangolo e del prisma, segnando la frequenza del battito cardiaco.
Pur essendo due personaggi antitetici, Leopardi e Waters sono uniti dalla percezione di una impossibile capacità di cambiare le sorti dell’uomo.
Entrambi diffidano della sua volontà, derubricata a subordine di tutti gli altri istinti (nel romanticismo) e della prevalenza della potenza esterna nel rock progressivo della band inglese.
Il paragone, apparentemente incestuoso, tra la poesia sublime e il rock ha un senso nella diversità dei tempi e nell’ingresso della musica d’autore tra le categorie culturali.
Amata e temuta, la luna erge a simbolo della rincorsa umana, una inutile azione di contenimento che viene trascinata via, tra le raffigurazioni della sublimità e le evocazioni di un rock immaginifico che segnerà il tempo contemporaneo.
*Giornalista

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