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La scelta di Buccinasco, premiato il sindaco anti ‘ndrangheta

Alle Comunali confermato Rino Pruiti. Contro di lui la “sfida” di Rocco Papalia («qui la mafia non esiste, lui se ne deve andare»)

Pubblicato il: 13/06/2022 – 23:30
La scelta di Buccinasco, premiato il sindaco anti ‘ndrangheta

MILANO Eletto con l’etichetta scomoda di sindaco anti ‘ndrangheta. Non in Calabria ma in una dei territori eletti dalla colonizzazione mafiosa al Nord, in Lombardia. Rino Pruiti è stato confermato per la seconda volta sindaco di Buccinasco, la cittadina nell’hinterland milanese col triste soprannome di “Platì del nord” per le infiltrazioni della ‘ndrangheta. L’annuncio di Pruiti è arrivato con un post su Facebook quando ancora la proclamazione non era ufficiale. La citazione pop è quella di una canzone di Vasco Rossi: “E siamo ancora qua… eh già”.
Diversi i momenti difficili durante il primo mandato del sindaco sostenuto da una lista civica e dal Pd. L’11 ottobre dello scorso anno venne ucciso in strada a colpi di pistola un broker della droga e il primo cittadino espresse la sua sensazione di «solitudine a abbandono da parte dello Stato» nel contrasto alla criminalità.

La “sfida” di Rocco Papalia al sindaco anti ‘ndrangheta

«È inutile che (il sindaco Rino Pruiti, ndr) dice mafia, mafia. Dice che la mafia a Buccinasco ha perso. Ha perso perché non è mai esistita». Sono le parole di “sfida” che Rocco Papalia – uscito dal carcere dopo aver scontato una pena di 25 anni perché considerato elemento di spicco dell’omonima cosca che opera nella cittadina del Milanese – ha pronunciato a maggio proprio contro il sindaco confermato. Le riportava “il Post” in un lungo articolo sul centro considerato una delle “roccaforti” della ‘ndrangheta in Lombardia e che vede proprio i Papalia tra i protagonisti principali dell’oppressione che si respira a Buccinasco.

«Se c’è qualcuno che se ne deve andare è lui»

Contro il Comune, Rocco Papalia – originario come la sua famiglia di Platì – ha intentato una causa per l’uso esclusivo del cortile della palazzina in cui è tornato a vivere. Parte della quale gli è stata confiscata. Si tratta di due appartamenti, una taverna e un box che il Comune ha affidato ad un centro per minori. Una cosa che, a Papalia – come fa notare il Post – non è affatto piaciuta. Da qui lo scontro diretto con il sindaco uscente promotore dell’iniziativa. «Ho fatto più del sindaco – ha rivendicato Papalia – perché io, coi miei mezzi di movimento terra, ho costruito mezza Buccinasco. Se c’è qualcuno che se ne deve andare è lui». Un confronto a “muso duro” in un momento delicato che vive Buccinasco dopo l’omicidio avvenuto l’11 ottobre scorso di Paolo Salvaggio, plurigiudicato assassinato in pieno centro alle 9 del mattino. Un delitto che ha gettato una nuova ombra sul centro di oltre 26mila abitanti della provincia milanese.

«Sono in causa con la ‘ndrangheta»

«Sono in causa con la ‘ndrangheta», ha detto il sindaco Pruiti in una dichiarata riportata da “il Post” a commento della vicenda. Una battuta suona amara. «Gli affiliati del clan», ricorda il primo cittadino uscente, «vivono qui, non se ne sono certo andati. Ma gli affari li fanno altrove, vogliono che il posto in cui abitano sia un luogo tranquillo». Ieri i cittadini gli hanno ridato fiducia. (redazione@corrierecal.it)

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