CATANZARO «Il mercato del lavoro calabrese ha beneficiato della ripresa produttiva. In particolare, nel 2021 sono cresciute le posizioni di lavoro dipendente, in un quadro che è stato caratterizzato da un ritorno delle assunzioni su livelli di poco inferiori a quelli del 2019 e da un numero ancora contenuto di cessazioni». Lo scrive la Banca d’Italia nel rapporto annuale sull’economia della Calabria, curato dalla Filiale di Catanzaro dell’istituto. «La domanda di lavoro delle imprese – si legge nel report di Bankitalia – ha favorito soprattutto le posizioni a bassa qualifica e a termine, mentre rimangono ridotte le assunzioni previste nelle categorie professionali più qualificate. Nonostante la rimozione del blocco introdotto durante la crisi da Covid-19, i licenziamenti sono rimasti ancora contenuti mentre vi è stata una risalita delle dimissioni volontarie, che potrebbero essere in buona parte connesse con transizioni da un lavoro a un altro nello stesso settore».
Nel dettaglio, evidenzia la Banca d’Italia, «nel corso del 2021 le condizioni del mercato del lavoro hanno mostrato segnali di recupero. Secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, il numero di occupati calabresi è aumentato dell’1,4% rispetto all’anno precedente. La ripresa dell’occupazione è stata più intensa nella prima parte dell’anno e soprattutto nel corso della stagione estiva. L’incremento è stato più accentuato che nella media nazionale (0,8%) ma ha contribuito a recuperare solo in parte la diminuzione del 2020, che era stata particolarmente ampia e superiore a quella rilevata per la media del Paese; rispetto al 2019 il numero di occupati calabresi è ancora inferiore del 3,3%. Il tasso di occupazione e’ tornato invece ai livelli pre-pandemia (42,0%), per effetto della riduzione della popolazione in età da lavoro. Distinguendo per genere – prosegue il rapporto – l’incremento dell’occupazione ha riguardato quasi esclusivamente le donne, per le quali la riduzione nel 2020 era stata più accentuata a causa della flessione della domanda di lavoro in alcuni dei settori in cui è maggiore la loro presenza, tra cui il turismo. Dopo l’ampliamento dell’anno precedente, nel 2021 il divario di genere nel tasso di occupazione è dunque tornato ai livelli pre-pandemia, rimanendo però particolarmente elevato rispetto alla media nazionale (23 punti percentuali in Calabria; quasi 18 nella media nazionale)».
La Banca d’Italia quindi aggiunge: «Analizzando l’andamento nel numero degli occupati anche in base alle caratteristiche professionali, la ripresa ha riguardato esclusivamente i lavoratori dipendenti, in linea con la ripartenza della domanda di lavoro delle imprese calabresi, mentre i lavoratori autonomi hanno continuato a subire una riduzione dei livelli occupazionali anche nel 2021 (-2,3%; -2,1 a livello nazionale). Al 31 dicembre 2021 le posizioni di lavoro create in Calabria (assunzioni al netto delle cessazioni) da inizio anno erano circa 13.700, un valore superiore a quello del 2020 che del 2019, come rilevato anche a livello nazionale. Grazie alla ripresa delle assunzioni e all’effetto del blocco dei licenziamenti – conclude il rapporto – il tasso di disoccupazione si è ulteriormente ridotto, scendendo al 18,0% (era il 21,0% nel 2019)».
Bankitalia evidenza, inoltre, che è tornato a crescere, nel 2021, il reddito delle famiglie calabresi grazie anche ai miglioramenti del mercato del lavoro e delle misure di sostegno pubblico ma i consumi, anch’essi in ripresa dopo il forte calo del 2020, potrebbero però risentire nell’anno in corso dell’ulteriore aumento dei prezzi e del calo di fiducia determinato dalla guerra in Ucraina. Per Bankitalia la disponibilità economica delle famiglie calabresi che, in termini pro capite è pari a meno dei tre quarti di quello medio nazionale, in base alle stime di Prometeia nel 2021, è cresciuta del 3,3 per cento a valori correnti, tornando su livelli prossimi a quelli pre-pandemici. «La crescita dei redditi nominali, registrata nell’anno e sostenuta dalla ripresa dell’occupazione – è scritto nel rapporto annuale dell’Istituto – ha infatti sostanzialmente compensato il calo del 2020, che era stato comunque fortemente attenuato dall’aumento dei trasferimenti netti connessi alle misure di contrasto agli effetti della pandemia. La dinamica del potere d’acquisto è stata tuttavia frenata dall’aumento dei prezzi in atto dalla seconda metà dello scorso anno: a valori costanti il reddito è aumentato dell’1,6 per cento su base annua, in misura lievemente meno intensa rispetto alla media nazionale e simile a quella delle regioni meridionali, mantenendosi su livelli ancora inferiori a quelli pre-pandemici».
A dicembre scorso le famiglie percettrici del Reddito o della Pensione di cittadinanza erano in Calabria quasi 89.000, in aumento del 9,6 per cento rispetto a un anno prima e pari all’11,0 per cento dei nuclei familiari residenti nella regione. E’ quanto emerge dal rapporto annuale di Bankitalia Calabria. L’importo medio mensile ottenuto dai nuclei beneficiari del reddito nella regione a e’ risultato pari a 564 euro un dato lievemente inferiore alla media nazionale (di 577 euro). Alla fine del 2021 era ormai cessata l’erogazione del Reddito di emergenza (Rem), una misura di sostegno di natura temporanea, le cui ultime quattro mensilita’ (delle sette del 2021) sono state corrisposte a partire da giugno a circa 45.000 nuclei, pari al 5,6 per cento delle famiglie residenti in regione.
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