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le elezioni nel capoluogo

Catanzaro verso il ballottaggio: niente apparentamenti ma trattative serrate

Le dinamiche dei “supplementari” del 26 giugno tra Donato e Fiorita: sul primo potrebbe convergere FdI, sul secondo l’area Talerico (e Tallini)

Pubblicato il: 14/06/2022 – 21:06
Catanzaro verso il ballottaggio: niente apparentamenti ma trattative serrate

CATANZARO Sarà tutta un’altra partita, e per questo sarà tutta un’altra storia, anche se porterà al massimo livello di espressione la più collaudata capacità della politica catanzarese: quella di intessere alleanze trasversali, che altrove sarebbero improponibili ma che invece nella città dei Tre Colli sono all’ordine del giorno. Il ballottaggio che il 26 giugno deciderà chi sarà il nuovo sindaco di Catanzaro dopo l’archiviazione della lunga stagione di Abramo sarà un duello prevedibilmente al calor bianco, tra Valerio Donato, l’ex Pd candidato sindaco civico sostenuto da 10 liste e da una coalizione che ha messo insieme forze dell’intero arco costituzionale, dal centrosinistra al centrodestra moderato e sovranista, e Nicola Fiorita, candidato sindaco civico ma che stavolta nella sua evoluzione politica è stato sostenuto anche da partiti come il Pd e il Movimento 5 Stelle (che in realtà non è che l’hanno particolarmente sospinto in avanti…).

Grandi manovre e soccorso da destra

A dividerli, all’esito del primo turno, circa 12 punti percentuali a vantaggio di Donato (44,01% a fronte del 31,7% di Fiorita), che ha subito un “disgiunto” dai contorni ragguardevoli e francamente anche molto sospetti perdendo per strada buoni 4mila voti (il 10%, che sono roba seria) rispetto alla sua coalizione, volata ben oltre il 50 per cento (e se Fiorita dovessere eessere eletto sindaco sarà “anatra zoppa” come mai nella storia di Catanzaro). E’ quindi già tempo di “grandi manovre”, tra i due competitor finiti ai supplementari, che una cosa in comune ce l’hanno: per vincere non sono autosufficienti ma devono confidare nel soccorso esterno, che nel caso di specie è essenzialmente un soccorso da destra. Il tavolo offre, essenzialmente, le due costole di centrodestra rimaste fuori dal ballottaggio: la coalizione di Antonello Talerico, puntellata dagli ex leader forzisti Mimmo Tallini e Claudio Parente, attestata al primo turno a oltre il 14%, e Fratelli d’Italia che con Wanda Ferro ha superato la prova della corsa in solitaria raggiungendo un 9,16% di spessore. Fonti accreditate riferiscono che non ci sarà nessun apparentamento ufficiale (la deadline è domenica, comunque) tra i candidati sindaco ballottanti e coalizioni già ai box. Ed è una lettura credibile, anche perché né Donato né Fiorita avrebbero tutta questa convenienza a ufficializzare accordi che sul piano politico e anche mediatico presentano molte controindicazioni (lo sa soprattutto Donato, che non è riuscito a togliersi dal groppone lo stigma del sostegno leghista per tutta la campagna elettorale e anche oltre…). Ma già ieri i protagonisti della contesa catanzarese, in pratica tutti e quattro i candidati sindaco principali, nei commenti ai dati del primo turno si sono lanciati belli e robusti messaggi, in codice e fuori codice, con garbo e senza alcun garbo, in un gioco di specchi che la dice lunga sulla possibilità di un epilogo comunque clamoroso di trattative che ufficialmente non ci sono ma che invece sottotraccia ci sono eccome, com’è nel più perfetto stile Catanzaro.

A sinistra Valerio Donato, a destra Nicola Fiorita

Il prevedibile schema del ballottaggio

Lo schema che secondo i più accreditati analisti politici del capoluogo ma anche secondo fonti assolutamente credibili si configurerà al ballottagio dovrebbe vedere l’area Talerico avvicinarsi a Fiorita, e i meloniani di FdI essere attratti verso Donato. Non ci sono prove ma segnali, come quello lanciato come un macigno da Donato, che ha esplicitamente parlato di un tandem Fiorita-Tallini – tandem oggettivamente curioso, considerando quanto i due siano agli antipodi politicamente – che al ballottaggio si salderebbe contro il prof dell’Umg. O come quelli lanciati da Talerico, che ha di fatto escluso la possibilità di un’intesa con Donato fino a quando con Donato ci sarà anche il suo “inveterato nemico”, il coordinatore regionale di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori, che per Talerico è fumo negli occhi dopo le ultime Regionali a suon di ricorsi in casa azzurra. Oddio, Talerico non ha assolutamente detto che si orienterà su Fiorita, ma i due – ricordano in tanti a Catanzaro – hanno già fatto alleanza nel primo turno del 2017 quando Fiorita si candidò sindaco la prima volta e in campagna elettorale non si sono pizzicati più di tanto (il giusto, si potrebbe dire). Parlando con i giornalsiti a margine dei commenti post elettorali Talerico ha subordinato eventuali trattative con chicchessia a un riconoscimento in termini programmatici e non solo… Fiorita, a sua volta, si è mostrato, comprensibilmente e opportunamente, molto prudente ma ha detto che si rivolgerà a quanti vogliono il cambiamento rispetto al passato, che è anche uno dei “mantra” di Talerico… Si vedrà, come suol dirsi se son rose fioriranno… Quanto a Donato, l’approdo che i bene informati intravedono è quello di un abbraccio finale al ballottaggio con Fratelli d’Italia di Wanda Ferro, al quale il candidato sindaco ha strizzato l’occhio dopo il primo turno: «Parlerò con qualunque schieramento politico, anche con FdI, perché no?» . E la Ferro? La Ferro ha detto che per FdI le linee Maginot sono «mai con il Pd e mai con il M5S» (quindi, per sillogismo, mai con Fiorita) e  «lavorare sempre per l’unità del centrodestra» , due linee che per gli osservatori politici portano a Donato, sul quale già sono attestati Lega e Forza Italia, anche se sempre fonti accreditate ritengono che FdI farà comunque valutazioni di carattere nazionale e comunque sarebbero da escludere endorsement anche impliciti. Ma ovviamente sono tutti scenari che ora campeggiano nei conciliaboli catanzaresi, e poi ci sono tante altre dinamiche che andranno considerate per il ballottaggio, come l’impegno, tutto da dimostrare, dei candidati consiglieri comunali, eletti e non eletti. La città intanto si appresta a vivere altri dieci giorni e passa sicuramente infuocati. E pieni di incognite. Perché all’orizzonte c’è un Consiglio comunale che in realtà sarà meno nuovo di quanto ci si aspettava e sopratutto rischia di essere oltremisura turbolento. (a. cant.)

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