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Chi vince, chi perde e chi crede nei “miracoli”. Inizia la resa dei conti con vista sulle Politiche

Selfie ed esultanze anche per le sconfitte elettorali. Messaggi per gli alleati e occhi puntati sul Parlamento. Le (cinque) sconfitte di Cannizzaro, gli smarcamenti di Viscomi e gli “avvisi” a Dona…

Pubblicato il: 15/06/2022 – 6:11
Chi vince, chi perde e chi crede nei “miracoli”. Inizia la resa dei conti con vista sulle Politiche

LAMEZIA TERME A Villa San Giovanni e Caulonia, due tra i comuni più importanti tra quelli in cui si è votato nella Città metropolitana di Reggio Calabria, il gruppo Giannetta esulta e si autodefinisce «campione di preferenze». L’ex consigliere regionale valorizza anche il seggio conquistato a Palmi con la lista “OgniGiornoPalmi”, «che supera anche Lega e Fratelli d’Italia», e a Bagnara. Villa San Giovanni, Palmi e Bagnara sono sconfitte per il centrodestra. E perché si gioisca dopo aver perso è esercizio che soltanto la pratica politica riesce a giustificare. Giannetta ricorda al centrodestra che il suo peso è determinante. E lo è fuori da Forza Italia – che, tanto per restare a Palmi, porta a casa comunque il 12%. Soprattutto nel centrodestra le amministrative avranno strascichi lunghi: le ombre si stenderanno fino alle prossime Politiche. Tanti aspiranti parlamentari e posti ridotti al minimo, sarà una sfida tesa e, citazione abusata, le parole sono importanti. Quelle di Giannetta, fuor di metafora politica, servono a ribadire una presenza e a ricordare che il centrodestra nel Reggino non è soltanto Francesco Cannizzaro, plenipotenziario forzista che – dalle ultime Politiche in poi – aveva inanellato parecchi successi. Questa volta è andata male: a Grotteria, Campo Calabro, Villa San Giovanni, Bagnara e Palmi. Nei cinque comuni Cannizzaro ci ha messo la faccia e la presenza sul territorio, cosicché i suoi detrattori possono contare anche sull’iconografia per rappresentare la sconfitta. Cannizzaro che posa con Santoro a Villa San Giovanni; Cannizzaro che arringa la folla sul palco a Campo Calabro; Cannizzaro che fa il gesto della vittoria a Palmi e a Bagnara assieme ai “suoi” candidati. La generosità non fa difetto al deputato berlusconiano; quando si perde, però, diventa un boomerang a uso e consumo dei nemici, soprattutto di quelli interni.

I voti in fuga da Donato un messaggio dagli alleati?

A proposito: a Catanzaro la partita (leggi scontro) nel centrodestra non è affatto finita e le due settimane che separano Donato e Fiorita dal ballottaggio si annunciano ricche di movimenti. Di messaggi, dal primo turno, ne sono arrivati in quantità industriale: poco meno di 4mila, come i voti in fuga dalle liste di centrodestra. Un sostegno mancato al prof della Magna Graecia per vincere al primo turno. Dei voti in libera uscita ha certamente beneficiato Wanda Ferro (che dopo l’exploit stacca un pass quasi certo per le prossime Politiche), riconoscibile candidatura di centrodestra, zero civismo, molta politica e legami con la sola lista dell’area che partecipasse con il proprio “vero” simbolo (Fratelli d’Italia). Fin qui ci sta: sono i voti dei consiglieri di centrodestra che virano verso lidi conosciuti perché non si riconoscono in un ex dem come Donato. Più complicato capire, invece, come parte del disgiunto – partendo dal centrodestra – sia planato su Nicola Fiorita, candidato dal profilo non troppo distante da quello del collega docente universitario. Semplice voto di opinione o un messaggio arrivato – forte e chiaro – da pezzi della coalizione ai suoi ispiratori? Per rispondere bisognerebbe aver assistito allo spoglio delle schede. E di certo qualcuno lo ha fatto. Certo è che i 4mila consensi “perduti” pesano sugli equilibri interni e fanno molto discutere.

Malumori dem per lo “smarcamento” di Viscomi

Fa discutere, questa volta nel Pd, un’altra esultanza perdente. È quella di Antonio Viscomi, deputato dem che ieri ha posato con due giovani eletti a Pizzo. Un bel risultato per i candidati – Carlo Capocasale, poco più che 30enne, e Alessia Campisano, soltanto 22 anni –, salutato con un post su Facebook dal parlamentare: «I voti conseguiti confermano la scelta del circolo cittadino di Pizzo di ripartire da volti e storie nuove, segnate da impegno, competenza, disponibilità all’ascolto e al dialogo, capaci di testimoniare, nella loro azione quotidiana, quanto importante sia abbandonare la prospettiva angusta dell’Io per assumere invece quella del Noi». Nel Partito democratico, però, si torna a sottolineare la sostanziale assenza di Viscomi dalla competizione politica nel capoluogo, dopo uno smarcamento maldigerito dai vertici. Il deputato aveva optato per un passo di lato quando gli era stata chiesta la disponibilità a correre come candidato a sindaco nel capoluogo. La motivazione: Catanzaro – sebbene vi abbia insegnato per anni – non è la sua città. Dunque l’impegno a portare la propria esperienza e una regia strategica a Pizzo, dove si votava dopo due di anni dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Come è andata lo dicono i numeri: Emilio De Pasquale, candidato del centrosinistra, si è fermato al 32%; Sergio Pititto, ha sfiorato il 50%. Tra i due ci sono circa 800 voti. E mentre Viscomi, giustamente, posa con i due giovani neo consiglieri comunali, i suoi “nemici” interni prendono nota e guardano alle prossime Politiche. I posti sono pochi, quelli nei listini ancora meno e queste amministrative erano un banco di prova per tutti. (redazione@corrierecal.it)

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