AMANTEA «Credo sia giunto il momento di discutere della questione con pacatezza e oggettività. Perché affrontare gli argomenti descrivendoli in un modo sbagliato o facendo dietrologia non serve a nessuno». Franco Iacucci, consigliere regionale del Pd già presidente della Provincia di Cosenza e più volte sindaco di Aiello Calabro, non ci sta ad essere additato come “deus ex machina” dell’operazione “divorzio” di Campora San Giovanni da Amantea. Nell’intervista rilasciata durante la trasmissione “20.20” andata in onda ieri sera su “L’Altro Corriere Tv” rispedisce al mittente le accuse di essere l’ispiratore del progetto di “scissione”. Un progetto contenuto nella Proposta amministrativa approvata dal Consiglio regionale lo scorso 6 giugno, che prevede appunto l’avvio – attraverso un referendum – della separazione della popolosa frazione dal “suo” capoluogo Amantea e la contestuale fusione di questo territorio con il Comune di Serra d’Aiello, per dare vita ad un nuovo piccolo comune: Temesa.
«Io sono stato investito della vicenda – ha raccontato il consigliere dem – da un’associazione di Campora fortemente radicata sul territorio. Ma la questione non nasce ora. Da quando faccio politica – ha sottolineato Iacucci – questa, diciamo, “aspirazione” di Campora di divenire autonoma risale a più di trent’anni fa».
Secondo quanto raccontato dal consigliere regionale del Pd al conduttore della trasmissione, Danilo Monteleone, ci sarebbe stato fin ad allora «una spinta per creare un Comune che andava da Campora e che comprendeva Serra d’Aiello, Cleto e Aiello Calabro». «Si sono fatti vari tentativi negli anni – ha affermato Iacucci – in questa direzione». Ma, ha sottolineato il più volte sindaco di Aiello, «questo aspetto è stato sottovalutato politicamente da Amantea». «Non ha mai voluto comprendere fino in fondo quali erano i disagi – ha sostenuto – e le motivazioni che spingevano la popolazione verso questa direzione e non l’ha mai affrontata. È stata sempre snobbata».
Per Iacucci l’iter adottato dai promotori per attuare quella aspirazione «è meno complicato» rispetto al passato. «Si è scelto non di separare quel territorio rendendolo autonomo – ha spiegato – ma di fonderlo con un Comune confinante come prevede la legge».
Ricostruendo poi l’iter procedurale seguito per arrivare a quell’obiettivo, Iacucci ha ricordato come «quella procedura è iniziata sette mesi fa». «Probabilmente nessuno ci credeva che questo iter andasse avanti – ha sottolineato – ed invece la proposta è arrivata in Commissione “Affari istituzionali” della Regione e si è affrontata la questione sotto tutti gli aspetti». «Io credo – ha detto esprimendo la propria posizione in merito al “divorzio” di Campora da Amantea – che dare voce ai cittadini che scelgono il loro destino sia un aspetto importante».
Poi Iacucci sollecitato da una precisa domanda di Monteleone, ha replicato ai “dubbi” avanzati dal sindaco di Amantea, Vincenzo Pellegrino, che ha sottolineato l’anomalia della presenza in quella commissione del più volte sindaco di Aiello, visto che «non ne faceva parte». «Si stava discutendo di una vicenda che interessa il “mio territorio” – ha tuonato replicando al sindaco -. Non del territorio personale ma di quello di cui io faccio parte. Io non sono solo un rappresentante di Aiello, ma nel corso degli anni ho cercato di dare un contributo su tutta quell’area». «Io – ha poi ricostruito in dettaglio Iacucci la vicenda della sua presenza in Commissione – ho chiesto al collega Alecci, che fa parte della Commissione di sostituirlo su questo argomento che riguardava un territorio che conosco molto bene».
E sull’opportunità di varare il provvedimento che sancisce l’avvio della divisione del territorio amanteano a pochi giorni dall’elezione del sindaco della cittadina tirrenica, avvenuta il 12 giugno scorso, Iacucci si è detto «sorpreso». «Ma la calendarizzazione delle sedute del Consiglio – ha precisato – non le faccio io. Lo dico con grande sincerità mi sono meravigliato che sia avvenuta qualche giorno prima delle elezioni. Ma si tenga conto di un aspetto: l’iter del provvedimento si è concluso in Commissione in tutte le fasi e la questione è stata affrontata su tutte le sfaccettature».
Ma l’esponente dem ha affrontato anche un’altra obiezione che si è sollevata sul provvedimento: l’esclusione dalla consultazione referendaria di gran parte degli abitanti di Amantea. A votare saranno esclusivamente i cittadini di Campora e di Serra. «È stato un tema ampiamente dibattuto – ha detto a questo proposito Iacucci -. La norma parla di popolazioni interessate e c’è una sentenza della Corte costituzionale del 2019 che ha affrontato un caso simile avvenuto nelle Marche. I giudici hanno disposto che a votare fossero solo i cittadini di quell’area, come nel caso di Campora e Serra d’Aiello. Noi abbiamo accolto quella tesi della Corte costituzionale».
Poi Iacucci ha attaccato su vari fronti. «A me piacerebbe discutere su questi temi, non essere ingiuriato. Sostenendo che dietro questa operazione ci siano aspetti loschi o interessi di cui non si comprendono le ragioni».
«Nessuno è nelle condizioni – ha tuonato il consigliere regionale – di rilasciare patenti di onestà». Iacucci si è inoltrato nelle ragioni di quella separazione sostenendone una base anche storico-culturale. «Amantea ha la sua storia radicata che è una storia legata al mare e ad una tradizione marinara – ha detto il già sindaco di Aiello – mentre Campora nasce come propaggine di un territorio interno. È frutto di flussi migratori che da Aiello e dai territori limitrofi si sono spostati in questa zona. Campora è cresciuta con l’apporto di “culture” diverse».
Sulla possibile ipotesi di fusione di tutti i Comuni che facevano parte dell’ex Usl di Amantea, rilanciata dal sindaco Pellegrino, Iacucci ha segnalato una sorta di debolezza politica, proprio della cittadina tirrenica: «Amantea – ha denunciato – non ha mai svolto un ruolo di collante e di punto di riferimento per il progetto di cui si aveva bisogno». Ma si è anche detto pronto a «lavorare su questa ipotesi». E affrontando l’altro appunto che smonterebbe la norma votata in Consiglio sul “divorzio” e cioè quello della diminuzione della popolazione amanteana sotto quota diecimila abitanti, Iacucci ha sostenuto come questo aspetto «non sia vero. È un certificato allegato alla documentazione che specifica che il numero degli abitanti sarebbe di oltre 11mila».
Secondo Iacucci, «questo è l’inizio di un processo di aggregazione che interessa l’intera area e che potrebbe riguardare Aiello, San Pietro in Amantea come Cleto. Sono temi di ordine politico per questo sostengo di affrontare il tema politicamente cercando di avere rispetto delle posizioni di tutti». «Negare che esista questo sentimento a Campora – ha detto ancora Iacucci – significa nascondersi e non voler vedere la realtà».
Iacucci ha chiarito anche un altro elemento che lo vede protagonista. «Il gruppo di cittadini che ha promosso l’associazione e poi l’iniziativa – ha sostenuto – non è venuto da me, ma si è rivolto all’onorevole Giuseppe Graziano il quale mi ha contattato riferendomi della vicenda. A parte la collocazione politica che ci vede contrapposti con Graziano c’è un’amicizia lunga e dunque ho scelto di sposare il progetto». In conclusione Iacucci è tornato sulla storicità del tema della separazione tra i due territori. «Perché – ha concluso il consigliere regionale – non si è voluto affrontare questo aspetto prima. Io ho voluto, viceversa dare seguito all’istanza dei cittadini». (rds)
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