Per molti anni, e colpevolmente considerato il successo riscosso negli ultimi tempi, lo zibibbo è stato un vitigno abbandonato al punto da spingere Slow Food, l’associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo, a farne uno dei suoi preziosi “presidi”.
Lo zibibbo è un vitigno fortemente identitario in Calabria con un contesto produttivo che vede tra Pizzo e Francavilla Angitola la propria patria.
Qui nei secoli passati i terrazzamenti affacciati sulla costa tirrenica ospitavano coltivazioni di olivo e vite, alternate.
Le uve erano tutte di zibibbo, noto anche come moscato d’Alessandria, un vitigno proveniente dal Nord Africa e coltivato già dall’anno Mille in quest’area così come nelle isole siciliane, dove ha trovato condizioni pedoclimatiche ideali.
I romani lo definivano “uva apiana” e cioè prediletta dalle api.
Come evidenziato da Slow Food fino alla seconda meta del Novecento a Pizzo lo zibibbo era principalmente un’uva da tavola, molto apprezzata per la sua aromaticità e dolcezza e per il colore dorato e leggermente lentigginoso degli acini.
Solo piccolissime quantità erano vinificate, per essere poi bevute in famiglia nei momenti conviviali e nelle ricorrenze importanti.
Dagli anni sessanta in poi – con l’arrivo di varietà provenienti dalla California ed ideali perla produzione di uva da tavola – lo zibibbo cade in un triste declino con l’estirpazione di molti dei vigneti che disegnavano il paesaggio.
Negli ultimi anni la tendenza si è doppiamente ribaltata, non solo questo vitigno ripopola gli storici luoghi di produzione ma non è più, o non solo, uva da tavola ma viene vinificato.
L’azione di recupero riguarda vigneti risalenti a qualche decennio fa e nuovi impianti realizzati dai produttori; tra i protagonisti di questo percorso un giovane imprenditore agricolo di Francavilla Angitola, Giovanni Celeste Benvenuto, tra i fondatori del presidio Slow Food e insignito nell’ultima edizione del Vinitaly dalla medaglia di “Benemerito della vitivicoltura italiana”.
Proprio all’azienda Benvenuto è stato destinato uno dei sostegni del Gal Terre Vibonesi per rilanciare l’imprenditorialità di una provincia segnata dal prezioso equilibrio tra ambiente, paesaggio, produzioni agricole ed agroalimentari.
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