CATANZARO «Dubito che il Movimento possa riprendere il proprio cammino perché c’è una sentenza della Santa Sede e una riflessione del Vaticano con due dicasteri coinvolti». Lo ha detto, con riferimento al Movimento Apostolico soppresso un anno fa, l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, in un’intervista alla “Gazzetta del Sud “nella quale il presule traccia una sorta di bilancio sui primi sei mesi alla guida della Chiesa catanzarese. Monsignor Maniago anzitutto rileva di aver aver avuto un impatto «sicuramente buono» con la città e la diocesi, una diocesi alle prese – opprima del suo arrivo – con alcun vicissitudini come la soppressione del Movbimento Apostolico per una serie di criticità gestionali e le dimissioni anticipate del suo predecessore, monsignor Vincenzo Bertolone: «Ho trovato – sostiene l’arcivescovo Maniago nell’intervista – un popolo di Dio desideroso di riprendere il cammino assieme al proprio vescovo. Mi ha colpito molto la bellezza di questo territorio, sospeso a metà tra la montagna e i monti. Questa è una terra di cultura e non solo per le radici storiche». Quando si insediò a Catanzaro, monsignor Maniago parlò di chiesa “ferita”: «Usai quell’espressione – dice – per collegarmi al recente passato della Diocesi che aveva visto, addirittura, una riflessione del Santo Padre su alcune realtà su cui poi sono stati presi alcuni provvedimenti. Mi sono trovato di fronte a una Chiesa che aveva necessità di ripartire». Con riferimento al Movimento Apostolico, sciolto dal Vaticano un anno fa, dopo 40 anni di attività, così monsignor Maniago risponde alla domanda se ci sono i margini per rivederlo inv ira: «Io non ho conosciuto questa realtà, mi fido ovviamente del percorso seguito dal Papa con la commissione apposita. Dubito che il Movimento possa riprendere il proprio cammino perché c’è una sentenza della Santa Sede e una riflessione del Vaticano con due dicasteri coinvolti».
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