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L’emergenza depurazione, tutto il campionario delle criticità: ecco la strategia della Regione

Il preoccupante quadro riscontrato sulla costa tirrenica dopo il monitoraggio. Ecco le risorse ora a disposizione dei Comuni

Pubblicato il: 20/06/2022 – 21:10
L’emergenza depurazione, tutto il campionario delle criticità: ecco la strategia della Regione

CATANZARO Pessimo stato degli impianti e soprattutto delle pompe di sollevamento, oltre 22mila tonnellate di fanghi non smaltiti e in alcuni casi non smaltiti per un tempo così lungo da solidificarsi, presenza di sabbia e detriti, assenza di gruppi elettrogeni e di quadri elettrici, e poi scarichi abusivi e illegali. È lungo, il campionario delle criticità della depurazione in Calabria descritto oggi dal presidente della Regione Roberto Occhiuto e dal dirigente generale del Dipartimento Ambiente Salvatore Siviglia. Un lungo report – che si può scaricare al termine di questo articolo – che è diventato una “fotografia” della situazione di emergenza riscontrata nella fascia tirrenica della Calabria, quella che ha portato la Regione a mettere sotto tutela 14 impianti affidandone la supervisione al Corap: nel report sono inoltre indicate le risorse – per complessivi 2,6 milioni (con un altro milione di “riserva” da utilizzare all’occorrenza) – messe già a disposizione dei Comuni “sorvegliati speciali”, che avranno tempo 10 giorni per rimediare alle defaillance degli impianti attraverso il Mepa, grazie alle procedure velocizzate con lo strumento del “sottosoglia”.

Nella conferenza stampa, Occhiuto e Siviglia hanno ripercorso le tappe davvero forzate che da febbraio hanno cadenzato il “giro di vite” della Regione sulla depurazione, fino all’ultima ordinanza che in pratica ha tirato le somme di un’attività che ha portato a galla un quadro preoccupante. Siviglia ha elevato le criticità del sistema riscontrate nel monitoraggio, indicandone anzitutto le cause e poi gli effetti: «Deficit infrastrutturali, con impianti obsoleti, non perfettamente performanti, un deficit di sistema perché – ha evidenziato Siviglia – la gestione ce l’hanno in carico i Comuni che a loro volta hanno enti in gestione no sempre in linea né con le norme né con i regolamenti, quindi una gestione non efficiente, non conoscenza dettagliata del territorio, il problema della morosità perché molti non pagano anche a causa del servizio inefficiente. Abbiamo poi riscontrato scarichi non censiti, pozzi neri non censiti, disordine idraulico, scarichi in mare non controllati, carico urbano eccessivo e non commisurato alla capacità degli impianti». Il dirigente generale del Dipartimento Ambiente ha poi illustrato la strategia messa in campo, quella a breve termine è stata l’individuazione delle criticità, quella a lungo termine è la strategia disegnata dalla recente legge approvata in Consiglio regionale su input del governatore Occhiuto che – ha rilevato Siviglia – «individua il gestore unico, e questo porterà a risolvere i problemi al 50% perché si parla con un unico soggetto, con procedure chiare e regole certe e valutazioni di dettaglio corretto». Intanto, ai Comuni inadempienti che saranno supportati dal Corap sono stati assegnati i “compiti a casa”, da completare in 10 giorni, e i soldi (nel report allegato tutti i dettagli): 2,9 milioni, di questi giusto per fare un esempio 280mila assegnati a Nocera Terinese, la punta avanzata di un’emergenza più grande. (c. a.)

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