REGGIO CALABRIA I carabinieri di Reggio Calabria hanno eseguito cinque ordinanza di custodia cautelare in carcere notificandole ad altrettante persone già detenute. L’accusa contestata alle cinque persone coinvolte nell’operazione, denominata “All in 2”, è associazione per delinquere di tipo mafioso. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal Gip di Reggio Calabria, Antonino Foti, su richiesta del Procuratore distrettuale, Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Giuseppe Lombardo e del sostituto procuratore Sara Amerio.
Le persone alle quali sono stati notificati i provvedimenti restrittivi sono Filippo Giordano, di 51 anni; Sergio Iannò (50); Salvatore Callea (55); Giuseppe Germanò (52) e Luigi Germanò (48). I primi quattro sono già detenuti in carcere, mentre il quinto è ai domiciliari. Germanò, comunque, sulla base del nuovo procedimento penale che ha portato al nuovo arresto a suo carico, è stato tradotto in carcere.
Giordano e le altre tre persone già detenute in carcere sono stati condannati in via definitiva a 30 anni di reclusione perché accusati dell’omicidio di Giuseppe Canale, avvenuto il 12 agosto del 2011 a Gallico, frazione di Reggio Calabria. Omicidio che, secondo quanto è emerso all’epoca dalle indagini, è stato motivato da una vendetta per l’attentato in cui, nel settembre del 2010, fu ucciso il boss Mimmo Chirico, da poco uscito dal carcere. Luigi Germanò, invece, si trovava ai domiciliari con l’accusa di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dalle modalità mafiose. L’operazione di oggi rappresenta l’esito di un approfondimento investigativo effettuato dai militari del Nucleo investigativo di Reggio Calabria sull’omicidio di Giuseppe Canale. Le cinque persone a carico delle quali sono state emesse le nuove ordinanze di custodia cautelare in carcere sarebbero legate, secondo quanto è emerso dalle indagini, alle cosche di ‘ndrangheta Condello e Rugolino, oltre che al “locale” di Oppido Mamertina.
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