ROMA Luigi Di Maio è pronto all’addio al Movimento Cinquestelle. Dopo lo scontro con l’ala contiana del Movimento 5 Stelle sulla risoluzione da votare in Senato dopo l’intervento di Draghi, il ministro degli Esteri ormai è vicino all’abbandono dei pentastellati. In queste ore i deputati raccolgono le firme per la creazione di un gruppo autonomo di Di Maio alla Camera. Per la nascita di una nuova formazione a Montecitorio sono sufficienti 20 deputati sarebbero già pronti l’ex capo politico in 22. I nomi che circolano sono quelli di Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana e Filippo Gallinella. Anche la deputata calabrese Elisabetta Barbuto, secondo quanto riporta Repubblica. starebbe accarezzando l’idea di lasciare il Movimento per seguire Di Maio, che la scelse candidandola al collegio uninominale di Crotone. E al ministro degli Esteri è considerata vicina anche la sottosegretaria al Sud Dalila Nesci. Altri nomi calabresi dati in avvicinamento a “Insieme per il futuro” (il nome del gruppo dei dimaiani) sono il parlamentare lametino Giuseppe d’Ippolito e la deputata reggina Federica Dieni, vicepresidente del Copasir, la cui posizione resta in dubbio. D’Ippolito, storico avvocato del M5S, è stato il primo tra i firmatari della lettera per creare i nuovi gruppi parlamentari.
Al Senato, invece, i parlamentari pronti all’addio sarebbero 14, tra cui Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste, Antonella Campagna, Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola e Simona Nocerino.
Proprio ieri, Dalila Nesci si è schierata per la stabilità dell’esecutivo, chiarendo in un’intervista al Corriere della Sera che la posizione di Giuseppe Conte sulle armi all’Ucraina «è una spinta verso l’instabilità governativa che l’Italia non può permettersi, tanto meno in un contesto di guerra. Non si possono avere colpi di testa in una situazione così delicata». «Di Maio? Mi sembra veramente assurdo solo che si minacci di buttarlo fuori perché esprime una posizione politica che è l’unica possibile in un contesto del genere. È evidente che il ministro degli Esteri sta difendendo la posizione atlantista dell’Italia nel contesto europeo e che tutto questo non è invece allineato con le spinte che la dirigenza attuale del M5S sta dando al gruppo parlamentare», ha concluso Nesci.
Sono 46 le firme tra Camera e Senato per la formazione dei due gruppi di Camera e Senato che saranno guidati da Luigi Di Maio, dopo la scissione del Movimento 5Stelle. E’ quanto apprende LaPresse dai dimaiani impegnati in queste ore al completamento delle liste. I deputati pronti a dire addio al leader del M5S Giuseppe Conte, sarebbero Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Andrea Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana, Filippo Gallinella, Francesco D’Uva, Vincenzo Spadafora, Iolanda Di Stasio, Cosimo Adelizzi, Carla Ruocco, Marialuisa Faro, Vittoria Casa, Gianluca Rizzo, Mattia Fantinati, Generoso Maraia, Patrizia Terzoni, Pasquale Maione, Giovanni Luca Aresta, Maria Pallini, Andrea Giarrizzo, Chiara Gagnarli, Nicola Grimaldi, Luciano Cillis, Elisabetta Barbuto, Anna Macina, Marianna Iorio, Luca Frusone, Giuseppe D’Ippolito, Silvana Nappi ed Emanuele Scagliusi. Tra i senatori invece ci sarebbero i nomi di Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste, Daniela Donno e Antonella Campagna, oltre a quelli di Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola, Sergio Vaccaro e Simona Nocerino. Per quanto riguarda il governo a dire addio al Movimento, sarebbero Laura Castelli (MEF), Anna Macina (Giustizia) e Dalila Nesci (Sud).
Intanto, sui dissidi interni al Movimento interviene Beppe Grillo. “Chi non crede nelle regole lo dica” scrive sul suo Blog. Senza citare mai espressamente né Conte né Di Maio, Grillo sembra difendere il presidente del Movimento: «La luce del sole è il miglior disinfettante – scrive il fondatore del partito – Luce sia, dunque, sulle nostre ferite, sulla palude e sull’oscurità. Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà».
Un post breve, ma diretto. Scritto con l’intenzione di riportare la pace nel Movimento e chiarire che o si accettano le regole del partito, o si è fuori. Parole, quelle di Grillo, che più che placare gli animi sembrano voler accentuare il rischio di una scissione di un addio di Di Maio ai pentastellati.
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