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Il governo alla “prova del nove” sulla risoluzione sull’Ucraina

Le tensioni fortissime nel Movimento 5 Stelle creano grande agitazione. Fumata nera nell’ultima riunione di maggioranza

Pubblicato il: 21/06/2022 – 7:40
Il governo alla “prova del nove” sulla risoluzione sull’Ucraina

Fumata nera alla riunione di maggioranza che dovrà decidere il testo della risoluzione da votare in Parlamento dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi. Una sintesi non è stata trovata e la riunione è stata aggiornata a questa mattina.
“Stiamo definendo gli ultimi dettagli, ma ci siamo. È una questione complessa ma ci siamo”, dice Sergio Battelli, deputato del M5S, al termine dell’incontro. La linea su cui si è posizionato il Movimento 5 Stelle e rispetto alla quale i grillini non vogliono arretrare, soprattutto dopo aver rinunciato all’ipotesi di presentare una propria mozione da affiancare a quella di maggioranza in occasione dell’intervento di Draghi in Senato, prevede il coinvolgimento del Parlamento in ogni eventuale decisione del governo in merito all’invio di aiuti militari all’Ucraina.
Un altro aspetto che non convince i Cinque Stelle è che nel decreto precedente, di cui il governo voleva inserire un riferimento nella risoluzione, non si prevedeva alcun voto del Parlamento. Su questo aspetto in particolare i Cinque Stelle, con la capogruppo Castellone, hanno fatto muro. E oltre sei ore di confronto non sono bastate per arrivare a un compromesso con il resto della maggioranza.
“Si discute di modi e forme”, continuano a ripetere le fonti interne al vertice dopo i tentativi di accordo di Leu, con il capogruppo alla Camera Federico Fornaro, e del Pd, con Piero De Luca e Alessandro Alfieri. Proposte che si andavano ad aggiungere a quella del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Amendola.
La proposta del governo era quella di inserire nel testo della risoluzione l’impegno a continuare ad aggiornare puntualmente il Parlamento in occasione dei vertici internazionali, come i summit Nato e G7, e soprattutto nell’eventualità di nuovi invii di armi a Kiev. Aggiungendo a questo il riferimento normativo alla precedente risoluzione. Una proposta che non avrebbe convinto del tutto i Cinque Stelle. E non solo loro.
La senatrice Loredana De Petris di Leu, riferiscono fonti parlamentari, ha chiesto che il governo riferisca ogni volta che intervengono delle novita’ riguardo alla linea sulla guerra. Quindi, non solo a cadenza trimestrale. Una posizione che ha riscosso anche il consenso dei Cinque Stelle. Una posizione che i pentastellati hanno ufficializzato con un post sul loro blog, dopo la riunione del Consiglio Nazionale del Movimento che si è tenuta lunedì sera. Il Consiglio Nazionale del M5s auspica che “un più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento con riguardo alle linee di indirizzo politico che verranno perseguite dal Governo italiano nei più rilevanti consessi europei e internazionali, inclusa l’eventuale decisione di inviare a livello bilaterale nuove forniture militari, funzionale a rafforzare il mandato del Presidente del Consiglio in tali consessi”. Il premier ribadirà il convinto sostegno dell’Italia a Kiev e la collocazione internazionale atlantista e europeista del nostro paese. Ma le acque della maggioranza sono agitate e domani si capirà se l’esecutivo uscirà indebolito o rafforzato dal passaggio parlamentare.
Lo scontro è sulla risoluzione che sarà votata dopo le comunicazioni del premier. Un’intesa ancora non c’è, una riunione di maggioranza è in corso e un testo dovrebbe essere diffuso in serata. Ma secondo quanto riferito nel pomeriggio da fonti parlamentari del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle non ci sarà una mozione presentata dai pentastellati. La risoluzione di maggioranza, che sarà messa a punto dal sottosegretario agli Affari Europei Vincenzo Amendola sarà l’unica risoluzione ad essere presentata dai partiti che sostengono il governo. I Cinque Stelle, apprende l’AGI, avrebbero comunque chiesto al governo di riferire in Aula prima di ogni ulteriore passo sull’invio di armi. Si punta, quindi, a una risoluzione unitaria: i senatori M5s, viene riferito, starebbero lavorando per fare inserire all’interno della risoluzione un passaggio riguardante l’invio di nuove armi a Kiev, nodo centrale della risoluzione. Il testo della maggioranza comprende anche altri punti, come la richiesta di adesione dell’Ucraina all’Ue, il Repower Eu sull’energia, gli interventi per famiglie e imprese messe in difficoltà dalla crisi e la revisione del patto di stabilità. Punti, questi, sui quali c’è accordo dentro la maggioranza. Ma la tensione all’interno del M5S resta altissima: il Consiglio nazionale pentastellato, in una lunga nota, ha ribadito in mattinata la richiesta di un voto del Parlamento per inviare le armi a Kiev e ha sferrato un durissimo attacco al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, accusato di avere “offeso la nostra comunità”. Le recenti dichiarazioni di Di Maio sulla la linea di politica estera del Movimento 5 Stelle, rileva il Consiglio Nazionale, “distorcono le chiare posizioni assunte in questa sede il 16-17 maggio (e prima ancora dello scorso 26 aprile), e oggi integralmente ribadita, sempre all’unanimità”. “Le dichiarazioni circa una presunta volontà del M5s di operare un disallineamento dell’Italia rispetto all’Alleanza euro-atlantica e rispetto all’Unione Europea – è la posizione del M5S in risposta a Di Maio – sono inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta da questo Consiglio Nazionale e dal Movimento, che mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese nell’ambito di queste tradizionali alleanze”. Enrico Letta non nasconde la sua preoccupazione e chiede unità alle forze di maggioranza: “Io sono convinto che in questo momento sia assolutamente fondamentale che il governo sia sostenuto nel suo sforzo unitario per la pace”, ha detto il segretario Dem. “Bisogna fare tutto il possibile in questo momento perché prevalga l’unità e questo è lo sforzo che noi stiamo mettendo: l’unità, il sostegno al governo, lo sforzo per la pace, lo sforzo soprattutto perché gli ucraini sentano fino in fondo il sostegno e l’aiuto che noi dobbiamo dare loro”. Polemico invece il leader della Lega, Matteo Salvini: “Sicuramente avere un ministro degli Esteri sconfessato dal suo partito, con una guerra in corso, non è il massimo della vita, perché lui rappresenta l’Italia. Sicuramente lo scontro che va avanti ormai da tempo fra Conte e Di Maio non aiuta”, ha detto il leader del Carroccio.

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