COSENZA «Ciao Luigi. È un pò che aspettavo questo momento, esattamente da 2 anni, da quando grazie a te non sono stato eletto consigliere regionale due anni fa, quando hai abbandonato a 3 giorni dalle elezioni in Calabria, dimettendoti da capo politico, un gruppo di ragazzi che erano candidati con il Movimento 5 Stelle, e che per colpa tua non sono riusciti ad entrare in Regione per una manciata di voti». È durissima la reazione del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Davide Tavernise alla scelta del ministro Luigi Di Maio di lasciare la formazione politica e crearne una nuova. In un post sul proprio profilo facebook, Tavernise attacca l’ormai ex esponente di spicco dei 5 stelle.
«Nonostante tutto – scrive ancora – un anno dopo io sono stato eletto consigliere regionale e tu invece oggi abbandoni il Movimento per una poltrona. Ho creduto in te, spesso volevo anche emularti per via della somiglianza anche fisica, eri un esempio da seguire, un ragazzo partito dal nulla diventato Ministro».
«Oggi invece ti dico che io e te non abbiamo nulla in comune – affonda il consigliere regionale – perché tu il Movimento lo hai solo usato, io invece l’ho solo servito e continuo a farlo. Sarai ricordato come l’ennesimo traditore, anche se dico che i problemi del Movimento non si risolvono oggi con la tua uscita o con l’uscita di altri parlamentari».
«Il Movimento 5 Stelle – sostiene Tavernise – deve cambiare, altrimenti oggi non muore politicamente solo Luigi Di Maio ma tutto il Movimento 5 Stelle. Non dovevamo entrare nel Governo Draghi, non dovevamo continuare ad accettare in silenzio tutti questi compromessi, non dovevamo cambiare così. Ho fiducia nel Presidente Giuseppe Conte ma le cose devono cambiare, ed anche presto».
«Oggi vanno via dal Movimento anche persone oneste – scrive ancora il consigliere regionale – che hanno combattuto veramente per il bene della loro Regione e dei loro territori. Quando si divorzia la colpa non è sempre e solo di una sola persona». «È un momento di grande tristezza – conclude – che contribuisce a far perdere un altro pezzetto d’entusiasmo rispetto a quel sogno di cambiamento iniziato 10 anni fa, e a cui io, forse ancora ingenuamente, continuo a credere».
x
x