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La riflessione

Emanuele e Angelo: due storie parallele di riscatto per amore

Non è facile per me, che avendo preso posizioni nette di resistenza contro le consorterie mafiose, parlare di queste cose, tuttavia il caso del giovane collaboratore di giustizia, Emanuele Mancuso…

Pubblicato il: 22/06/2022 – 16:41
di Rocco Mangiardi*
Emanuele e Angelo: due storie parallele di riscatto per amore

Non è facile per me, che avendo preso posizioni nette di resistenza contro le consorterie mafiose, parlare di queste cose, tuttavia il caso del giovane collaboratore di giustizia, Emanuele Mancuso, non mi è indifferente ed è di questo io voglio parlare.
Voglio parlare della sua scelta, la scelta di questo ragazzo che, arrestato nel corso dell’operazione “Nemea” nel 2018, anche per amore della creatura che la sua compagna aveva ancora in grembo, ha deciso di saltare il fosso.
Credo nel pentimento vero di questo giovane, ci credo fortemente perché solitamente sono in tanti a collaborare, una volta una volta finiti nelle mani della Giustizia, per fatti molto più gravi di quelli che lui ha commesso, si “decidono” di collaborare per avere un sgravio di pena a pesanti condanne.
Emanuele, figlio di Pantaleone Mancuso, Alias “l’ingegnere”, un nome pesante di quella cosca descritta nelle pagine della cronaca di tutti i giorni come la più potente a livello internazionale. Emanuele Mancuso è nato e cresciuto lì, in quella famiglia ,senza avere la possibilità di conoscere nient’altro che quelle regole e il malaffare.
Emanuela Mancuso è un giovane che ha bisogno di vedere, incontrare e vivere la sua piccola creatura è una lezione di civiltà che lo Stato deve intraprendere necessariamente, per non vanificare queste bellissime vittorie sul male.
Emanuele, ha una storia parallela e molto simile a quella di Angelo, un ragazzo che era venuto a nome e per conto di un boss lametino per estorcermi denaro presso la mia attività, ho dovuto denunciarlo insieme ad atri.
Ricordo quegli attimi del processo, il giorno della mia testimonianza, mi è venuto di sfogarmi col boss dopo aver guardato il viso di questo ragazzo «non ti avrei mai dato i miei soldi per far sì che tu facessi morire ammazzato per strada questo ragazzo». Angelo, anche lui con una bimba piccola, è stato il primo pentito di quella cosca e il merito non è stato solo mio, ma anche di una suora che non predicava ma praticava il vangelo, andando ed entrando nelle case del quartiere per ascoltare.
Ogni tanto passo davanti a quella casa ormai disabitata e mi commuovo al pensiero di quel miracolo. L’amore per sua figlia e per la sua famiglia ha salvato anche lui! Non si nasce buoni o cattivi, ma lo si diventa.
Quello che è certo che a salvarti, come in questo caso, e pochissimi altri, è soltanto quel sentimento umano che si chiama Amore. Spero pertanto che questo Stato “distratto” e le istituzioni tengano conto di questa umanità che per amore cerca di riscattarsi tendendoci le mani.
*imprenditore e testimone di giustizia

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