FIRENZE «Sulla strage di via dei Georgofili le indagini non si fermano. È stato fatto uno sforzo investigativo importante. Il lavoro della Procura fiorentina insieme a quella di Palermo, Caltanissetta e Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura nazionale va avanti. Mi dispiace solo da domani di non lavorare più al loro fianco».
Così il procuratore della Repubblica di Firenze Giuseppe Creazzo che, scaduto il suo incarico, assunto nel 2014, lascia il capoluogo toscano per approdare da sostituto alla procura presso il tribunale per i minorenni di Reggio Calabria.
Il riferimento è all’evoluzione delle indagini sulle stragi e sui mandanti che insanguinarono Firenze e Milano nel 1993. Nei mesi scorsi, l’attenzione degli investigatori del Ros si è concentrata su una donna che potrebbe aver aiutato a piazzare le bombe in via Georgofili e in via Palestro.
Parlando più in generale Creazzo ha anche osservato che «otto anni fa la coscienza della pericolosità della mafia in Toscana era bassa. Poi con le inchieste, tutti resi conto che il miglior maggior favore che si possa fare alla mafia è minimizzarne la pericolosità».
«Ma il tessuto sociale della Toscana – assicura Creazzo – è sano: per questo è possibile arginare se non espungere i capitali mafiosi e le connesse infiltrazioni. Le misure di prevenzione patrimoniale sono cresciute in maniera esponenziale: da Follonica a Firenze e nella Lucchesia beni per più di 100 milioni di euro sono stati sequestrati, alcuni dei quali sono stati già confiscati».
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