REGGIO CALABRIA Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Maria Pia Guarna (candidata a sindaco di Calanna) e Domenico Creaco (candidato a sindaco di Laganadi) indirizzata al prefetto di Reggio Massimo Mariani in replica alla missiva dei sindaci rispettivamente di Calanna e Laganadi Domenico Romeo e Michele Spadaro. Una lettera quella dei due primi cittadini in cui mettevano in evidenza presunte anomalie nelle condotte e nella composizione delle liste alle Amministrative che si sono tenute il 12 giugno scorso nei Comuni del Reggino.
Eccellenza,
disturbiamo, distogliendola dalle Sue importanti attività istituzionali, per replicare alle incresciose affermazioni offensive dei signori Romeo e Spadaro, rispettivamente sindaci di Calanna e Laganadi, che s’illudono di sapere, ignorando i propri limiti culturali frutto della loro stessa ignoranza, conclamata dall’esternazione degli stessi che ipotizzano “anomalia delle liste elettorali” secondo le quali «per ben 8/11 le liste presentavano i medesimi candidati sia a Calanna che a Laganadi ad ulteriore conferma del totale disinteresse sociale e politico e dell’assenza di attaccamento ai territori».
Nella terra che negli anni ha visto eleggere “politici estranei” come Rosy Bindi e Domenico Scilipoti, i sindaci Romeo e Spadaro probabilmente “omettono” di menzionare la lista S’Intesi, anch’essa presentata al Comune di Calanna contro Romeo.
Nel replicare a tali dichiarazione si specifica che Maria Pia Guarna ha scelto di candidarsi a Calanna per una questione affettiva: la madre maestra Lucia Chiappalone ha formato intere generazioni di alunni del luogo, tra i quali proprio il sindaco Romeo e gran parte della sua amministrazione. La scelta di Laganadi da parte del candidato Domenico Creaco, che condivide gli stessi interessi politici, è stata conseguenziale poiché i due paesi sono confinanti e in essi possono essere effettuati progetti di collaborazione e di lavoro sinergico.
Romeo e Spadaro – militanti di Forza Italia e da sempre molto vicini all’onorevole Francesco Cannizzaro – perseverano nelle loro dichiarazioni denigratorie, sottolineando che «i programmi elettorali sono identici per forma e contenuto variando esclusivamente nome del comune e del candidato a sindaco».
Tali dichiarazioni evidenzierebbero di ignorare i contenuti di un programma innovativo presentato per lo sviluppo di Calanna e Laganadi con l’intento di «indicare una visione fortemente interconnessa dell’istituzione Comune e della comunità, nonché del loro futuro. Un Comune aperto, capace di rispondere alle esigenze dei propri cittadini secondo i principi di solidarietà, equità e condivisione. Un Comune ed una comunità che voltino pagina, ritornando a dialogare, a fare rete e ad operare in modo sinergico con le amministrazioni e le realtà limitrofe. Occorre riportare il Comune a costruire forme di collaborazione virtuosa tra le aziende, gli operatori economici e le associazioni presenti sul territorio comunale e nell’area circostante».
Il programma di Liberi di Ricominciare «pone le proprie basi sulla partecipazione di più amministrazioni per concepire in sinergia il miglioramento della qualità della vita, del coordinamento delle iniziative sul territorio e dell’offerta turistica sulla sostenibilità e sulla salvaguardia dell’ambiente, orientato alla valorizzazione del patrimonio culturale e turistico del territorio».
Pertanto i sindaci Romeo e Spadaro ignorano, probabilmente, le similitudini tra Calanna e Laganadi ovvero due meravigliose comunità della Vallata del Gallico unite tra loro, non solo per territorialità ma anche per le fattive e storiche collaborazioni tra i due enti, facilmente dimostrabili con le attività svolte in sinergia dai due sindaci per il rilancio del territorio, come appunto la realizzazione di un “Ponte sul Mediterraneo” (progetto appena approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’assegnazione di un contributo pari a euro 2.500.000 per unire la zona archeologica di Calanna e la località Petile di Laganadi).
Dimenticando tale “gemellaggio” proprio i due sindaci reputano addirittura inspiegabile la correlazione della presenza delle nostre liste civiche in entrambi i comuni. Il paradosso è che il responsabile dell’ufficio elettorale del Comune di Calanna, tale Giuseppe Moschella, è anche responsabile del medesimo settore nel Comune di Laganadi.
In secondo luogo probabilmente i “novelli” sindaci eletti, giunti al loro terzo mandato, ignorano l’articolo 56 del Decreto Legislativo n. 267 del 18 agosto 2000 “Requisiti della candidatura”. Nel dettaglio si specifica che, già nel modulo di accettazione, il candidato alla carica di consigliere comunale, ha l’obbligo di dichiarare «di non avere accettato la candidatura per altre liste per la elezione del medesimo Consiglio comunale, di non essersi presentato candidato in altri Comuni, oltre che in quello di… (massimo un altro comune) e di non essere consigliere in carica di altro Comune». Alla luce di quanto esposto, leggere giudizi diffamatori e denigratori rivolti ai nostri candidati indicati come evidenzia ancor di più il livello di ignoranza dei sindaci “smaliziati”.
Con sdegno e amarezza abbiamo appreso delle dannose insinuazioni prive di fondamento che esprimono giudizi lesivi dell’immagine e della rettitudine morale e professionale dei nostri candidati «candidature anomale in cui si palesa lo stato di debolezza psicologica e confusione mentale degli stessi. Alcuni candidati sarebbero stati scelti in numero considerevole tra soggetti in cura presso la psicologa che è la medesima candidata alla carica di sindaco di Calanna».
Ci si domanda, pertanto, su quale base di specializzazione clinico-diagnostica i due sindaci, con la presunzione dell’inclusione, discriminerebbero i nostri candidati insinuando un loro stato di debolezza psicologica e di confusione mentale per poi smentirsi, dichiarando persino l’attendibilità di ipotetici candidati inseriti in lista a loro insaputa.
Forse gli stessi sindaci sono in contraddizione e omettono importanti particolari dato che, come è noto, nessun candidato può sottoscrivere un’accettazione se non tramite rigorose procedure identificative. La quasi totalità dei nostri candidati, infatti, per la sottoscrizione dell’accettazione di candidatura si sono recati direttamente all’ufficio elettorale dei rispettivi comuni di Calanna e Laganadi per sottoscrivere e autenticare la propria firma dinanzi al responsabile del servizio.
È doveroso evidenziare che durante le procedure di sottoscrizione delle accettazioni di candidatura erano addirittura presenti anche i sindaci nei rispettivi comuni. Chi invece non è potuto salire a Calanna e Laganadi ha effettuato medesima procedura alla Città Metropolitana dinanzi a un Consigliere delegato all’autentica delle firme, collega del sindaco Romeo. Durante le procedure il delegato della Città Metropolitana effettuava, contemporaneamente le stesse azioni di identificazione anche per i candidati della lista S’Intesi presentata anch’essa a Calanna contro il sindaco Romeo.
Si ipotizza, alla luce di quanto sopra esposto, che questo “delirio” di dichiarazioni mendaci e contraddittorie sia scaturito probabilmente dalla richiesta di accesso agli atti dei candidati a sindaco di Liberi di Ricominciare, effettuata nei giorni precedenti, prima verbalmente e dopo tramite pec.
In considerazione del nostro operato ispirato alla legalità e al rispetto delle autorità, chiediamo la possibilità di un incontro al fine di metterla a conoscenza della cristallinità delle attività da noi svolte con tutte le buone intenzioni per il bene delle collettività di Calanna e Laganadi.
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