Ultimo aggiornamento alle 13:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 8 minuti
Cambia colore:
 

lo scenario

Sfida a tre per il rettorato e nuovo tentativo di cambiare le regole. Da dove riparte la Mediterranea

De Capua, Moraci e Zimbalatti papabili candidati. Le critiche dei sindacati allo Statuto già avanzate (e bocciate dal Tar) nel 2013

Pubblicato il: 23/06/2022 – 22:20
Sfida a tre per il rettorato e nuovo tentativo di cambiare le regole. Da dove riparte la Mediterranea

REGGIO CALABRIA Un tentativo (per la verità già avanzato 10 anni fa) di modifica dello Statuto e una corsa a tre (ma senza candidature ufficiali, almeno per ora) per la guida dell’ateneo. L’Università Mediterranea di Reggio Calabria prova a tornare alla normalità dopo la bufera giudiziaria che l’ha travolta nei mesi scorsi. Con il primo passo, il più importante: l’elezione del nuovo rettore. Rientra nella normalità anche l’iterazione di una richiesta alla quale aveva già risposto il Tar di Reggio Calabria nel lontano 2013: quella di una presunta illegittimità nello Statuto dell’ateneo e, nello specifico, del suo meccanismo elettorale. Procediamo con ordine. La questione era stata sollevata – proprio con un ricorso al Tar di Reggio – da parte del sindacato Confsal – Federazione Snals Università Cisapuni, in persona del Segretario della Federazione Università di Reggio contro sia l’Università mediterranea che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il nodo della questione è la presunta lesione dei diritti in capo al personale tecnico amministrativo e degli studenti. Lesione che non è stata riscontrata dai giudici amministrativi (Ettore Leotta, Presidente, Caterina Criscenti, Consigliere  e Valentina Santina Mameli, Referendario, Estensore) i quali hanno respinto il ricorso – la sentenza è del 22 maggio 2013 – e chiarito punti importanti che spazzano i dubbi sulle presunte illegittimità. Questi dubbi tornano alla ribalta oggi, nonostante quella pronuncia

Come si vota all’università di Reggio Calabria e cosa contesta il sindacato

Vediamo qual è il meccanismo elettorale nell’ateneo dello Stretto. All’Università di Reggio Calabria le elezioni del rettore sono regolamentate dall’articolo 17 dello Statuto che prevede che l’elettorato passivo è riservato ai professori ordinari a tempo pieno per i quali non sia previsto il collocamento a riposo per tutta la durata della carica e che l’elettorato attivo per l’elezione del Rettore spetti a tutte le componenti dell’Università: ai professori di ruolo, di prima e seconda fascia, ed ai ricercatori a tempo indeterminato; al personale tecnico-amministrativo e bibliotecario di ruolo a tempo indeterminato; ai componenti del Consiglio degli Studenti nonché ai rappresentanti degli studenti in carica negli altri organi vigenti al momento della votazione; ai ricercatori a tempo determinato.
Ad eccezione dei professori di ruolo, di prima e seconda fascia, ed ai ricercatori a tempo indeterminato, il voto espresso dalle altre componenti che godono dell’elettorato attivo è ponderato. 
Come chiarito dall’Articolo 4 del decreto di indizione delle elezioni 2022 (Decreto rettorale numero 1 del 14.06.2022) ai sensi dell’articolo 17 dello statuto, nelle prime due votazioni il voto è valido se ad esso partecipa più̀ del 50% degli aventi diritto tra i professori e ricercatori complessivamente computati. In tali votazioni, è eletto Rettore il candidato che ha ottenuto almeno la metà più uno dei voti degli aventi diritto. In caso di mancata elezione, si procede alla terza votazione nella quale è eletto Rettore il candidato che ha ottenuto più della metà dei voti espressi. In caso di mancata elezione alla terza votazione, si procede al ballottaggio fra i due candidati che abbiano riportato il maggior numero dei voti nell’ultima votazione.
In ogni caso, fino alla terza votazione di ballottaggio, è eletto Rettore il candidato che ottiene più del 50% dei voti dei professori e ricercatori votanti. Proprio questo ultimo punto (comma 8 dell’art.17) continua ad essere contestato ed è  stato già oggetto di impugnazione nel 2012, da parte del sindacato che sostiene la tesi che sulla base di tali regole nell’elezione del  Rettore, in pratica, i voti espressi dalle altre categorie diverse dai professori e ricercatori, sarebbero del tutto ininfluenti

Le osservazioni del Tar. «Ampia autonomia per le università nella scelta del sistema elettorale»

È necessario, per mettere polemiche e richieste nella giusta prospettiva, tornare alla sentenza del Tar, che ha messo in evidenza alcuni principi che non andrebbero dimenticati. Nella sentenza – scrivono i giudici – che sotto un profilo normativo, l’articolo 33, ultimo comma, della Costituzione stabilisce che le Università hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato e che l’art. 2 della L. 240/2010 non prevede nessun criterio circa le modalità di elezione del Rettore, limitandosi a stabilire che il Rettore debba essere un professore ordinario in servizio presso le università italiane e che la relativa carica abbia la durata di sei anni, non rinnovabili. La legge  quindi  lascia  piena  autonomia  all’Università  nella  scelta  del  sistema elettorale. Nel respingere il ricorso il collegio chiarisce testualmente che: «V’è da aggiungere che non appare irragionevole che per l’elezione del Rettore il complessivo procedimento assegni una preferenza al ruolo dei professori e ricercatori, tenuto conto del rapporto esistente tra questi ed il Rettore stesso, in relazione all’attività scientifica e didattica. Non risulta pertanto censurabile la disposizione impugnata laddove mira, anche nella fase di ballottaggio, a far sì che il Rettore costituisca espressione (prevalentemente) della comunità accademica strettamente intesa. D’altro canto, la rappresentanza delle diverse componenti del mondo universitario (professori e ricercatori, personale tecnico-amministrativo, studenti) è assicurata, nella logica della riforma di cui alla L. 240/2010, dalla presenza di un altro organo, il senato accademico che, costituito su base elettiva, nella sua composizione deve proprio garantire il pluralismo delle diverse componenti rappresentate»
Si aggiunge che le componenti del Personale tecnico amministrativo e gli studenti sono ampiamente rappresentati praticamente in tutte le strutture dell’Università: dai consigli di dipartimento ai corsi di studio, dal senato accademico al consiglio di Amministrazione
Il Tar conclude che, «tenuto conto dell’ampia autonomia che, per le elezioni del Rettore, la legge assegna all’Università e considerato che la disposizione impugnata non si presta a censure sotto il profilo dell’irragionevolezza, il ricorso deve essere rigettato».

Il paradosso nei numeri 

C’è anche un paradosso che accompagna la questione sollevata dai sindacati. Leggendo i dati riportati sul sito del Ministero della Ricerca, riferiti al 2020, si desume che il personale docente e ricercatore è pari a sole 232 unità mentre la somma delle altre categorie avanti diritto al voto è pari a 204, quasi quanto le categorie considerate “privilegiate”. Sulla base di numeri, se dovesse passare la visione del sindacato l’elezione del Rettore dovrebbe essere consegnata al personale tecnico-amministrativo che avrebbe come compito istituzionale quello di supportare e non di governare, la missione di ricerca e didattica nelle università. 

Chi sono i tre papabili candidati per il ruolo di rettore

Analizzato il meccanismo e le contestazioni, veniamo alle indiscrezioni sulle candidature. Che non sono ancora ufficiali, alla luce del Decreto numero 1 del 14.06.2022 – Indizione elezioni Rettore 2022. L’atto prevede che «le candidature, unitamente ai curricula e ai programmi, dovranno essere trasmesse per posta elettronica al Decano entro e non oltre le 12 del 10 luglio 2022». Nessun rinvio, dunque, ma la semplice applicazione di una disposizione. I docenti dati tra i papabili per concorrere alla carica di Rettore sono Claudio De Capua, Nicola Moraci e Giuseppe Zimbalatti. Tutti sono profili di alto livello per qualità scientifica. E tutti sono stati impegnati in ruoli apicali nella governance dell’Università per quanto riportato nei curricula pubblici. De Capua, reggino, classe 1961, dal 2012 è professore ordinario di Misure elettriche ed elettroniche del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, delle Infrastrutture e dell’Energia Sostenibile. Nel 2011 è stato componente della Commissione per la revisione dello Statuto dell’Ateneo di Reggio Calabria. Nel gennaio 2013 è stato nominato dall’allora rettore Catanoso nell’importante ruolo di ProRettore delegato alla Ricerca scientifica e membro della Commissione Ricerca della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e a giugno 2013 è stato nominato sempre dal Rettore Catanoso coordinatore del Presidio di Qualità dell’Ateneo. Nel 2018 da Prorettore alla Ricerca Scientifica del rettore Catanoso, transita al ruolo di Prorettore Delegato al trasferimento tecnologico del rettore Rettore Zimbone, ruolo nel quale è stato riconfermato dal Prof Costabile, Rettore facente funzioni, e che tutt’ora esercita. Nella indagine “Magnifica” che ha decapitato la Mediterranea il prof De Capua, sia pure con un ruolo marginale, risulta tra i 52 indagati
Moraci, messinese, classe 1962, dal 2012 è professore ordinario di geotecnica del Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Energia, dell’Ambiente e dei Materiali. Nello stesso anno è eletto direttore del Dipartimento e rimane nel ruolo fino al 2018. Dal 2013 al 2018, in piena era Catanoso, è stato membro del Senato Accademico. Nel 2018, quando lascia la direzione del dipartimento per fine mandato, viene nominato dal Rettore Zimbone nell’importante ruolo di Prorettore delegato alla ricerca scientifica, ruolo nel quale è stato riconfermato dal rettore facente funzioni Costabile e che tutt’ora esercita.
Zimbalatti, reggino, classe 1961, dal 2007 è professore Ordinario di meccanica Agraria al Dipartimento di Agraria. In piena era Catanoso, Zimbalatti, fino a febbraio 2015, è stato dirigente generale del dipartimento Agricoltura della giunta regionale della Regione Calabria. Al rientro è stato eletto direttore del Dipartimento Agraria e ha mantenuto il ruolo da ottobre 2015 al 4 maggio 2021 quando è stato nominato direttore generale dell’Università di Reggio Calabria. Dal ruolo ha rassegnato le dimissioni per scendere in campo come candidato a Rettore della Mediterranea.    
Per tutti e tre i candidati questa è l’unica occasione per aspirare al ruolo poiché è necessario che siano effettivamente nel ruolo attivo per tutta la durata del mandato, che è pari a sei anni. (redazione@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x