VERBANIA «Tre fili lesionati ad 8 millimetri dal colletto della testa fusa della traente inferiore del veicolo 3» e «qualora tali lesioni si fossero riscontrate durante le ispezioni mensili previste da norma, si sarebbe dovuta dismettere la testa fusa e ciò anticipando la data di scadenza della stessa». Sono le risultanze scritte dagli ingegneri Mario Bonfioli, Antonio De Luca e Tomaso Trombetti, i periti chiamati a valutare le condizioni della funivia in cui persero la vita il 23 maggio dello scorso anno 14 persone nel Mottarone. La valutazione è stata espressa dai tre tecnici lo scorso 7 giugno.
Slittano intanto i depositi delle perizie per capire le cause dell’incidente in cui persero la vita 14 persone. Da quasi un anno gli esperti sono a lavoro per valutare lo stato della fune traente superiore collassata in corrispondenza della testa fusa, ma serve altro tempo e i risultati definitivi potrebbero arrivare non prima del 30 settembre. Per questo motivo il gip di Verbania Annalisa Palomba ha revocato le udienze fissate a luglio e ne ha fissate di nuove il 20-21 e il 24 ottobre.
Le analisi frattografiche, che forniscono elementi utili a individuare la modalità che ha determinato la caduta della cabina numero 3, erano state inizialmente programmate su circa 15 dei 114 fili della fune (per motivi di efficienza ed economicità di energie e di tempo) ma le operazioni di pulitura sono risultate «molto più complesse di quanto prevedibile e ciò a causa di una elevata presenza di ossidi attribuibile anche alla prolungata esposizione esterna».
Proprio a causa della presenza di questi ossidi l’aspirazione di poter limitare le analisi frattografiche solo ad alcuni fili si è rivelata non percorribile.
Il laboratorio dell’Università di Trento, interpellato sulla tempistica necessaria per completare le analisi frattografica sui 114 fili, ha comunicato di non poter concludere prima del 30 luglio.
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