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«Mascaro mente sulla Cantina sociale». Le verità dell’ex sindaco Speranza

L’ex primo cittadino: «È stata venduta per scelta dell’attuale giunta. Venduta a costi bassi, interesse pubblico danneggiato»

Pubblicato il: 25/06/2022 – 13:34
«Mascaro mente sulla Cantina sociale». Le verità dell’ex sindaco Speranza

«Un po’ di verità sulla Cantina Sociale». È l’incipit dell’intervento dedicato dall’ex sindaco di Lamezia Gianni Speranza alla questione che tiene banco da settimane nel centro della Piana. La Cantina, venduta dal Comune a un privato, è stata demolita. Su quell’area sorgerà un ipermercato, progettato da un tecnico che è anche consigliere comunale di maggioranza. Il centrosinistra, assieme a un gruppo di associazioni, sostiene che l’iter della procedura sia costellato di anomalia. Per l’amministrazione comunale, invece, è tutto regolare. Ospitiamo l’intervento dell’ex primo cittadino.

Fatti certi ed incontestabili:
1. la Cantina Sociale di Sambiase è stata comprata nel 2009 dall’amministrazione da me diretta ad un prezzo conveniente per il Comune; 
2. la Cantina Sociale è stata venduta per scelta e volontà dell’attuale Sindaco Mascaro. 
Il Comune non ha fatto un “affare”. È ormai certificato che Mascaro non dica la verità in maniera voluta e deliberata perché, se sbagliasse in buona fede, ammetterebbe  di avere sbagliato e chiederebbe scusa.

Gianni Speranza
EX SINDACO | Gianni Speranza

Solo negli ultimi giorni si è inventato: 1. Che la mia amministrazione avrebbe perso il contenzioso nei confronti dell’Icom e che lui avrebbe risolto magicamente la questione; 2. che sarebbe stato obbligato a vendere la Cantina perché nel 2014 la mia amministrazione avrebbe inserito la Cantina nel piano delle alienazioni. Quando si accerta che quanto da lui affermato non risponde al vero, essendo stato proprio lui appena eletto ad inserire la Cantina nel piano delle alienazioni e ad avviare l’iter per la vendita, invece di scusarsi rilancia con altre bugie.
L’unico suo chiodo fisso è quello di buttare discredito sugli anni in cui io ho fatto il Sindaco, falsificando la realtà. Comprammo nel 2009 la cantina sociale proprio perché tutto il Consiglio Comunale voleva impedire che diventasse un supermercato un’attività commerciale.
L’obiettivo era di lavorare per valorizzarla come sede stabile della fiera, come museo, come luogo di animazione culturale e sociale della comunità. Il prezzo di acquisto è stato conveniente per il Comune e per la città: 650.000 euro. Se i consiglieri comunali di allora (dei miei 10 anni) avessero sentito le parole dell’attuale sindaco Mascaro e del consigliere comunale progettista del nuovo supermercato Gallo («ammasso di ferraglia» da eliminare) si sarebbero ribellati ed avrebbero mandato a casa il sindaco (tutti indistintamente: opposizione e maggioranza; specialmente quelli originari di Sambiase). Ma erano altri tempi. Oggi sono pochi quelli che rompono il silenzio. Perché si è voluto evitare un dibattito pubblico e trasparente su questo problema al di là  della riproposizione annuale del piano delle alienazioni?   
Addirittura leggo sulla stampa che il 12 novembre scorso (2021) a un incontro presso la Concattedrale di S. Benedetto nel quale si proponeva di valorizzare la Cantina come Museo di tradizione e dell’arte del vino, l’amministrazione, pur avendo già venduta la Cantina ad un privato, avrebbe espresso grande entusiasmo per la proposta.
A chi, come me, porge domande ed interrogativi non si può rispondere scaricando sull’ufficio preposto. Io non conosco le procedure amministrative usate. Ribadisco sinceramente che per me l’ingegnere Gianfranco Molinaro è persona seria e per bene. Il punto fondamentale della vicenda riguarda il sindaco e gli amministratori: perché non hanno tenuto conto delle osservazioni  scritte dalla commissione di accesso anti mafia del 2017?
Mi spiego meglio: se si fa la scelta di vendere, il prezzo adeguato da pagare al Comune avrebbe dovuto essere determinato non solo dalle condizioni del bene ma anche dalla possibilità di nuove costruzioni una volta demolito il vecchio manufatto. Ecco perché la cifra plausibile di vendita al privato era per la commissione di accesso antimafia intorno ai 3 milioni e 600mila euro. Alla fine la cantina è stata venduta per 1 milione e 230mila euro. Troppa distanza. Onestamente credo che l’interesse pubblico, l’interesse della città non sia stato purtroppo salvaguardato ma danneggiato.

Gianni Speranza
già sindaco di Lamezia Terme

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