CATANZARO Il bene della città e il senso di responsabilità. Il neo sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita ha indicato in quei due elmetti il viatico per il varo della nuova consiliatura, quella determinata da un voto dal sapore davvero storico per il capoluogo. Fiorita ha chiaramente ben presente la difficoltà della situazione dovuta al fatto di non avere la maggioranza in Consiglio comunale, ma già a distanza di 48 ore dal trionfo l'”anatra zoppa” che lo caratterizza appare meno zoppicante di quanto sia in realtà. Non perché ci siano trattative sottobanco e sottotraccia ma perché, tra “istinto di conservazione” degli eletti (parecchi sono disoccupati…) e ambizioni personali è nelle natura delle cose che certi equilibri si assesteranno con il tempo. E perché, come in un gioco degli specchi, il senso di (ulteriore) scaricamento della coalizione che ha sostenuto il competitor Valerio Donato si fa con il passare delle ore sempre più palpabile.
Domani – riferiscono i bene informati – lo stesso Donato avrebbe convocato per una riunione i consiglieri eletti nel suo schieramento, che è maggioranza in Consiglio comunale: un punto per fare un’analisi del voto e dei flussi che hanno determinato un tracollo dalle dimensioni bibliche tra primo e secondo turno (oltre a un doppio doloroso disgiunto per il candidato sindaco). Si dice già che non tutti andranno a questa riunione, a conferma di un clima da smobilitazione di quella che sulla carta era una “grosse koalition” ma che alla prova delle urne è clamorosamente franata. Ovviamente, è aperta la caccia a chi si è disimpegnato, domenica scorsa, affossando un Donato al quale pochi sembrano essere stati leali. Domani inoltre la coalizione dovrebbe vedersi anche per stabilire una linea comune da adottare in aula, già alla prima “prova del nove” sia per Fiorita sia per l’opposizione, l’elezione del presidente del Consiglio comunale: lo schieramento donatiano ha i numeri per rivendicarlo (un papabile potrebbe essere uno dei veterani e signore delle preferenze, Eugenio Riccio, uno dei big dell’area riconducibile a Filippo Mancuso), ma sono numeri in realtà molto sulla carta. Insomma, si devono incastrare un po’ di cose, come si devono incastrare soprattutto per Fiorita.
Il neo sindaco è consapevole di dover trovare in aula almeno quattro-cinque stampelle per stare tranquillo, per questo ha già lanciato messaggi di apertura e richiami al senso di responsabilità e al valore del bene supremo di Catanzaro. Un punto a favore di Fiorita, al quale comunque finirà per saldarsi il gruppo di Antonello Talerico, è il fatto che, avendo vinto con un boom così deflagrante, può non ritenere decisivo alcun “soccorso” esterno arrivato alla sua elezione e quindi può smarcarsi da chi proverà a imbastire con lui negoziati al ribasso. In cambio, dall’altro fronte verso Fiorita sono arrivati a loro volta segnali distensivi parallelamente a segnali di grande freddezza nei confronti di Donato: è a esempio balzata agli occhi di tanti osservatori politici la mancata citazione del nome di Donato in alcuni comunicati di forze della sua coalizione, come la nota congiunta del presidente del Consiglio regionale e plenipotenziario della Lega, Filippo Mancuso, e del coordinatore di “Alleanza Franco Longo, che nel riconoscere la vittoria di Fiorita hanno esplicitamente evidenziato «l’interesse di tutti a mettere al primo posto le prospettive di futuro della città».
Cosa tutto questo sottintenda è difficile, se non impossibile dirlo, ma è indiscutibile che nell’area Donato si percepiscono spinte centripete, in uscita, spinte che arriverebbero soprattutto da quelle aree civiche, più o meno moderate, non direttamente riconducibili ai partiti di centrodestra. Né bisogna trascurare il fatto che comunque nella coalizione di Donato c’erano anche liste di centrosinistra, con le quali magari per Fiorita il dialogo potrebbe essere anche più agevole. Insomma, per il neo sindaco, che giovedì sarà ufficialmente proclamato, la ricerca dei numeri utili in Consiglio comunale non è facile ma è ampiamente alla portata: e allora per Fiorita il viaggio al timone del Comune non sarà una passeggiata di salute ma potrebbe comunque arrivare in porto. Perché, del resto un'”anatra zoppa” è sì zoppa ma comunque cammina. E se certe caselle si incastrano potrebbe pure iniziare a correre. (c. a.)
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