CASTROVILLARI Il 30 giugno, sarà presentato in anteprima assoluta all’Ischia Film Festival, il documentario “Sentieri di ferro”, prodotto da Digital Lighthouse con la regia di Luca Curto e con la partecipazione dell’attore lucano Rocco Papaleo e del campione italiano di parapendio Aaron Durogati.
Il documentario girato tra la Basilicata e la Calabria è un viaggio lento ed emozionale lungo la ex ferrovia Lagonegro-Spezzano Albanese che, abbandonata e dismessa alla fine degli anni ’80 del Novecento, è stata in parte riconvertita in greenway.
Il tratto lucano della ciclabile, da Lagonegro a Castelluccio, denominata “Ferrovia Ciclabile Lucana”, è parte della Ciclovia della Magna Grecia, inserita nel sistema nazionale delle ciclovie turistiche d’Italia, un itinerario lungo più di 1000 chilometri che attraverserà Basilicata, Calabria e Sicilia.
Nel tratto calabrese, invece, la ciclabile nata sull’ex tronco ferroviario da Laino a Castrovillari è parte della “Ciclovia dei Parchi della Calabria”, un percorso lungo più di 500 chilometri che scende fino a Reggio Calabria. Entrambe intersecano gli itinerari Eurovelo, una rete di 17 ciclovie che percorrono l’intero territorio europeo per un totale di oltre 90mila chilometri.
“Sentieri di ferro” è un viaggio che ci accompagna alla scoperta dello straordinario patrimonio naturalistico dell’entroterra calabro-lucano snodandosi tra due parchi nazionali, il Parco dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese e il Parco del Pollino, la Valle del fiume Noce e del Mercure/Lao, il lago Laudemio e il Sirino, la Riserva naturale Gole del Raganello.
Il documentario, scritto e sceneggiato da Lucia Varasano, nasce da un lavoro di ricerca che si è aperto al dialogo con la società civile sperimentando nuove forme di divulgazione attraverso l’adozione del linguaggio cinematografico. La ferrovia con le sue peculiari caratteristiche ingegneristiche e infrastrutturali è il filo verde da cui parte e si dipana il racconto del passato, del presente e del futuro di questa greenway, attingendo a fonti d’archivio, testuali, iconografiche e audiovisive.
L’elemento storico si fonde a quello artistico ed emozionale grazie ai monologhi di Rocco Papaleo che, in un esercizio di memoria personale, narra i ricordi legati alla “ferrovia del suo paese”. La ferrovia torna a vivere in un gioco di contrasti e mancanze: vagoni senza passeggeri, binari senza treni, biglietterie senza biglietti da comprare, stazioni senza capistazione.Caselli, ponti, viadotti e gallerie diventano la bussola di un viaggio “slow” e “green” che si propone di incoraggiare l’utilizzo della bicicletta e delle altre modalità di mobilità dolce (a piedi, a cavallo ecc.) come mezzi per scoprire ed esplorare il territorio contribuendo alla conservazione del paesaggio e dell’ambiente naturale.
Il documentario parte da un’esperienza del sud-Italia per raccontare il cambiamento epocale di una società che transita verso la green economy e modifica il proprio stile di vita rendendolo sempre più rispettoso dell’ambiente e del pianeta. Sono, infatti, numerosi i governi, le associazioni e cittadini di tutto il mondo che lavorano con l’obiettivo di costruire reti di mobilità dolce realizzate anche attraverso la valorizzazione di antichi tracciati ferroviari in disuso che diventano elementi chiave per promuovere il miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita, il turismo sostenibile e responsabile, e le forme di sviluppo locale ad impronta ecologica zero.
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