La Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi ha deciso di negare l’estradizione richiesta dall’Italia per i 10 ex terroristi rossi arrestati nell’ambito dell’operazione ‘Ombre rosse’ nell’aprile 2021, tra cui l’ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, condannato in Italia come uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Calabresi 50 anni fa a Milano. Le motivazioni della sentenza si conosceranno nei prossimi giorni. La decisione può essere impugnata dalla procura generale francese. Mario Calabresi avverte nella sentenza della Corte d’Appello di Parigi “il sapore amaro del sistema francese, che per decenni ha garantito l’impunità a un gruppo di persone che si sono macchiate di reati di sangue. Oggi forse gli ex terroristi festeggeranno per averla scampata per sempre – dice Calabresi all’Ansa- ma auguro loro di sentire anche il bisogno di fare i conti con le loro responsabilità e il coraggio di contribuire alla verità”. “Rispetto le decisioni della magistratura francese, che agisce in piena indipendenza. Aspetto di conoscere le motivazioni di una sentenza che nega indistintamente tutte le estradizioni. Si tratta di una sentenza a lungo attesa dalle vittime e dall’intero Paese, che riguarda una pagina drammatica e tuttora dolorosa della nostra storia”. Questo il commento della Ministra della giustizia, Marta Cartabia. “Posso valutare nei prossimi giorni l’esistenza nell’ordinamento francese di una impugnazione del tipo di quella prevista dall’art.706 cpp, ovvero il ricorso per Cassazione, nel caso di estradizioni per l’estero”, ha detto il procuratore generale di Milano, Francesca Nanni. Il pg milanese si riferisce in particolare a Giorgio Pietrostefani e Sergio Tornaghi. Alla lettura nel tribunale di Parigi della sentenza un gruppo di italiani guidato dal deputato della Lega Daniele Belotti, ha gridato “assassini!’. Del gruppo, che aveva srotolato uno striscione di protesta davanti al palazzo di Giustizia prima dell’udienza, fanno parte anche il sindaco di Telgate, in provincia di Bergamo, comune di origine di uno degli ex terroristi, Narciso Manenti, e il presidente e vicepresidente dell’associazione carabinieri di Bergamo intitolata a Giuseppe Gurrieri, l’appuntato ucciso nel 1979 da Manenti davanti al figlio di 11 anni. Fonti del Nazareno esprimono “delusione”. “E’ una decisione grave” per le implicazioni che comporta rispetto alla sofferenza dei familiari delle vittime e alla memoria delle vittime. La presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni definiesce “inaccettabile e vergognosa” la decisione. “Ci eravamo illusi che la “dottrina Mitterrand” fosse finita. Prendiamo atto che non è così. I familiari delle vittime meritano verità e giustizia. Il governo Draghi si attivi subito: questi criminali devono scontare in Italia la pena fino all’ultimo giorno”. Ad ascoltare la decisione della Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi, c’erano tutti gli italiani condannati e fuggiti in Francia, ad eccezione del più anziano, Giorgio Pietrostefani, 78 anni. (Foto tratta dal sito dell’Ansa)
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