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Il commissario del Pugliese-Ciaccio: «La nostra Oncologia lavora per limitare i “viaggi della speranza”»

Intervista al commissario Procopio. La collaborazione con l’università e il nuovo approccio sulla sanità. «Meno ragioneria, più qualità»

Pubblicato il: 29/06/2022 – 8:06
di Emiliano Morrone
Il commissario del Pugliese-Ciaccio: «La nostra Oncologia lavora per limitare i “viaggi della speranza”»

CATANZARO Francesco Procopio è il commissario dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Lo abbiamo intervistato per conoscere le attività di questa struttura pubblica, che ha ampliato la propria offerta sanitaria e ha lavorato molto durante la pandemia, garantendo assistenza soprattutto pazienti oncologici. Abbiamo anche discusso della collaborazione tra l’ospedale e il policlinico universitario di Catanzaro e dello stato della loro fusione.

COMMISSARIO | Francesco Procopio

Abbiamo anche parlato del collegamento fra servizi ospedalieri e territoriali nella provincia di Catanzaro, della riorganizzazione dei servizi sanitari e dell’operato del nuovo commissario governativo, Roberto Occhiuto, che, secondo Procopio, «ha cambiato radicalmente l’azione dei commissari aziendali, sanando la frattura e le contrapposizioni tra il livello politico e quello gestionale che avevano caratterizzato gli ultimi anni del commissariamento, determinando pesanti conseguenze per la sanità e per i calabresi».

Commissario Procopio, quali sono i reparti più importanti dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro?
Ai sensi del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 31 agosto 1993, l’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro è riconosciuta ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione. Quale ospedale hub di riferimento per l’area centrale della Calabria, nonché Dea di secondo livello, tutti i reparti svolgono un ruolo importante nell’assicurare l’assistenza sanitaria complessiva ai pazienti, cui prestano attività operatori sanitari di elevato spessore professionale. 

Per diverse ragioni c’è sfiducia nella sanità calabrese, inclusa la narrazione, spesso a senso unico, sui servizi sanitari della regione. Ci sono invece elementi, magari poco raccontati, che potrebbero dare un’immagine positiva, con riferimento specifico all’ospedale pubblico di Catanzaro?
La sfiducia nelle strutture sanitarie della Calabria e dell’offerta sanitaria ha ragioni differenziate risalenti e nel tempo e non sempre tutte giustificate. Vi sono ragioni oggettive collegate alla mancata realizzazione di strutture moderne dotate delle tecnologie più avanzate, alla carenza cronica di personale – aggravata a dismisura ed in modo inopinato dai vincoli imposti dal piano di rientro – e alla mancata implementazione dell’assistenza territoriale. Poi vi sono una serie di motivazioni soggettive dovute all’alimentazione di un clima di sfiducia da parte di operatori sanitari che invitano i pazienti a rivolgersi fuori regione, non solo per patologie complesse ma anche per prestazioni che sono o possono essere trattate normalmente negli ospedali regionali.

Quali sono le iniziative che la direzione generale sta portando avanti per potenziare e migliorare l’offerta sanitaria del Pugliese-Ciaccio?
Premesso che molte attività erano già state attivate prima del mio insediamento, è stata data molta attenzione ai dati della mobilità verso altre regioni che, proprio grazie alle professionalità del Pugliese-Ciaccio, per l’area centrale della Calabria è un fenomeno più ridotto rispetto ad altre aree della nostra regione.
L’attenzione è stata rivolta in particolare alle patologie oncologiche e la risposta fornita nel periodo interessato dalla pandemia ha confermato che molti pazienti, per scelta o per necessità, si sono rivolti alla nostra struttura trovando le risposte assistenziali che cercavano, senza essere costretti a recarsi fuori regione. In controtendenza rispetto al quadro regionale, la produzione ospedaliera nel 2021 ha avuto un buon incremento attestandosi sugli stessi livelli pre-Covid e in alcuni casi migliorando la performance di diverse unità operative, con un aumento generalizzato del livello di complessità dei casi trattati.
L’esempio può essere fornito dall’attività della Breast Unit (unità di cura dei tumori al seno, ndr), che ha raddoppiato il numero degli interventi rispetto al 2019, arrivando a gestire circa 250 interventi all’anno ed assicurando alle pazienti affette dal tumore della mammella un percorso completo ed integrato che va dalla diagnosi precoce, alla chemioterapia pre e post intervento, all’intervento chirurgico, alla ricostruzione plastica, alla radioterapia ed all’assistenza psicologica. Nella stessa direzione si sono indirizzate le attività della Chirurgia generale e ginecologica, che hanno garantito il trattamento di pazienti affetti da tumore con interventi di elevata complessità.
Assai importante è stato inoltre l’avvio delle attività della Radiologia interventistica, con la nuova sala angiografica e in collaborazione con l’équipe di neuroradiologia dell’ospedale pubblico di Cosenza, finalizzata all’attivazione di una Stroke Unit di secondo livello per il trattamento endovascolare dell’ictus. Già nel primo anno sono stati trattati oltre venti casi di pazienti, i quali avrebbero altrimenti riportato postumi invalidanti gravissimi o sarebbero addirittura deceduti. E non può non essere motivi di vanto il potenziamento della Cardiologia e dell’Emodinamica, che hanno raggiunto livelli di produzione elevatissimi e hanno consentito di attenuare i disagi dei pazienti dovuti alla sospensione delle attività del Sant’Anna Hospital, assicurando una piena risposta sia in regime di urgenza che di attività programmata. L’elenco, comunque, sarebbe lungo.

Come si è mossa l’Azienda ospedaliera catanzarese, a proposito delle risorse per l’ammodernamento tecnologico e la sicurezza strutturale previste dal Pnrr?
Gli interventi strutturali si limitano al consolidamento sismico della palazzina di Malattie Infettive e del Poliambulatorio, mentre dal punto di vista dell’ammodernamento tecnologico è stato previsto un programma ambizioso, con l’acquisizione di tecnologie di ultima generazione che andranno a sostituire ed integrare il parco macchine già eccellente dell’Azienda opedaliera. Anche la digitalizzazione avrà il suo spazio con l’avvio della cartella clinica informatizzata, il sistema di teleradiologia (Ris-Pacs) integrato e la telemedicina.

Come valuta l’attuale collegamento tra l’ospedale del capoluogo e i servizi territoriali della provincia di Catanzaro? In che modo si può rafforzare? Come vi state muovendo a questo proposito?
Allo stato i collegamenti tra l’ospedale e i servizi territoriali risultano nel complesso discreti, tuttavia migliorabili soprattutto nella gestione delle dimissioni protette che aumenterebbero il turnover dei posti letto in dotazione, limitando il fenomeno dei posti letto aggiuntivi, nonché gli indici di performance. In tale ottica, la Direzione strategica ha avviato una serie di incontri per arrivare ad una soluzione che snellisca le procedure relative alle dimissioni protette. 
Sono stati inoltre attivati diversi Pdta (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) che vedono coinvolte le strutture territoriali dell’Asp e dell’Azienda ospedaliera di Catanzaro. 

Come risponde l’Azienda ospedaliera catanzarese rispetto ai bisogni dei pazienti oncologici?
Abbiamo dato risposte importanti e concrete ampliando l’offerta sanitaria assistenziale con percorsi dedicati ed avviando e concludendo l’iter di nomina dei vari direttori di struttura dell’intero dipartimento di Oncologia ed Ematologia. Sono stati infatti nominati i direttori dell’Oncologia, dell’Ematologia, dell’Oncoematologia pediatrica e della Radioterapia. Sono state inoltre avviate le procedure per la ristrutturazione completa del reparto di Medicina nucleare, l’acquisto e l’installazione di una Pet fissa presso lo stabilimento ospedaliero del Pugliese, al fine di consentire un numero maggiore di esami per i pazienti oncologici.

Che tipo di rapporto esiste, oggi, fra l’ospedale e il policlinico di Catanzaro?
Il Pugliese Ciaccio ha da tempo rapporti di collaborazione con l’Azienda ospedaliero-universitaria di Catanzaro. In tal senso sono presenti presso il Pugliese tre Unità operative a direzione universitaria (Ginecologia ed Ostetricia, Pediatria e Chirurgia toracica) con relativi posti letto e ambulatori. Inoltre, il policlinico universitario garantisce per i nostri pazienti che ne hanno bisogno le procedure cardiochirurgiche in ordinario ed in emergenza. Ancora, è vigente la collaborazione tra le due Aziende per l’esecuzione, presso l’Unità operativa di Anatomia patologica del presidio Pugliese, degli esami istologici.

A che punto è la fusione tra le due aziende pubbliche di Catanzaro?
Sono in corso le riunioni della Commissione nominata dal presidente Occhiuto per la stesura del protocollo operativo che, una volta pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione, porterà alla fusione per incorporazione del Pugliese-Ciaccio e alla creazione dell’Azienda ospedaliero-universitaria Renato Dulbecco.   

Quali sono le difficoltà principali, che ha potuto riscontrare nel suo mandato, circa il governo dei processi di riorganizzazione della sanità della Calabria?
Le stesse che hanno interessato il Servizio sanitario regionale nell’ultimo decennio: la difficoltà del dipartimento della Regione Tutela della salute – svuotato di personale e professionalità adeguate – di svolgere un ruolo effettivo di propulsione e coordinamento delle Aziende sanitarie e ospedaliere, la difficoltà di fare rete. 

Ha registrato dei cambiamenti con la nomina del nuovo commissario governativo alla Sanità regionale?
La nomina del presidente Occhiuto quale commissario ad acta ha cambiato radicalmente l’azione dei commissari aziendali, sanando la frattura e le contrapposizioni tra il livello politico e quello gestionale che avevano caratterizzato gli ultimi anni del commissariamento, determinando pesanti conseguenze per la sanità e per i calabresi.
L’interesse a ripristinare un’offerta sanitaria dignitosa ha preso il sopravvento sull’ottica esclusivamente economica e ragionieristica che ha cercato di distruggere anche quanto di buono – e non è poco – c’è nella sanità calabrese.

Quali sono le priorità, in questa fase, per l’Azienda ospedaliera di Catanzaro?
In attesa dell’integrazione, continuare – come fatto finora – a garantire egregiamente l’emergenza-urgenza e, se possibile, incrementare le attività programmabili con l’acquisizione di nuove tecnologie e sfruttando le altissime professionalità presenti in ospedale.

Qual è il suo giudizio complessivo sul Servizio sanitario regionale, anche alla luce dell’istituzione dell’Azienda Zero?
Stiamo lentamente cercando di ripartire per assicurare una sanità normale, senza trascurare le eccellenze presenti in regione. Azienda Zero avrà il compito di sollevare le Aziende da tutta una serie di attività amministrative che spesso si ripercuotono negativamente sulla gestione dell’offerta sanitaria. Sarà importante definire ruoli e competenze per evitare duplicazioni con le attività del dipartimento regionale Tutela della salute e delle stesse Aziende. 

Quali patologie si potrebbero curare nell’ospedale di Catanzaro, senza bisogno di andare nelle strutture del Centro-Nord?
Nelle specialità presenti, praticamente tutte, ad eccezione di quelle che richiedono attrezzature o metodiche non disponibili. Sono consapevole che per accrescere la fiducia della gente c’è ancora bisogno di lavorare sodo. (redazione@corrierecal.it)

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