Una strage di civili in un centro commerciale pieno di gente. A Kremenchuk, nella regione di Poltava sulle rive del fiume Dnipro, nell’Ucraina centrale, «oltre mille persone» ieri stavano facendo acquisti all’interno dell’Amstor, 300 metri dalla stazione ferroviaria, quando poco prima delle 16 locali due missili russi lo hanno centrato, provocando almeno 20 morti e oltre 50 feriti, di cui 6 in condizioni gravi. Un totale di 36 persone risultano disperse. Non ci sono altri sopravvissuti sotto le macerie. Ma il ministero della Difesa russo ha negato il bombardamento. Il ministero, citato dalle agenzie di Mosca, ha affermato invece che un «missile di precisione» ha colpito un deposito in cui erano stoccate armi inviate dagli Usa e dall’Europa provocando un incendio che poi si è propagato al vicino centro commerciale che ieri, secondo Mosca, «era chiuso».
Secondo le prime ricostruzioni dell’esercito di Kiev, l’attacco è stato compiuto con due missili a lungo raggio Kh-22 sparati dalla regione russa di Kursk da bombardieri Tu-22M3, decollati dalla base di Shaykovka. L’obiettivo colpito non costituiva un «pericolo per l’esercito russo» e non aveva «nessun valore strategico», ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui l’attacco ha preso deliberatamente di mira «il tentativo delle persone di vivere una vita normale, che fa arrabbiare così tanto gli occupanti». Per il governatore Dmytro Lunin «è un altro crimine di guerra russo». «Condanniamo solennemente l’abominevole attacco a un centro commerciale a Kremenchuk. Siamo uniti all’Ucraina nel piangere le vittime innocenti di questo attacco brutale. Gli attacchi indiscriminati a civili innocenti costituiscono un crimine di guerra. Il presidente russo Putin e i responsabili saranno tenuti a renderne conto». È quanto si legge in una dichiarazione dei leader del G7. (Ansa)
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